Operazioni sospette: quattro segnalazioni al giorno nel 2018
VENEZIAQ. Quasi milletrecento segnalazioni - 1.282 per l’esattezza, quattro al giorno - di sospetto riciclaggio in provincia di Venezia nel 2018. Il dato emerge dalla relazione semestrale dell’Unità di informazione finanziaria di Bankitalia e arriva nei giorni dell’inchiesta sui fondi “neri” all’estero di numerosi imprenditori locali che utilizzavano il denaro sottratto al Fisco per autofinanziarsi mentre i loro commercialisti trasformavano i bonifici esteri in banconote.
Venezia è in quinta posizione, tra i capoluoghi di provincia, dopo Verona (con 1.747 casi), Padova (1.679), Vicenza (1.392), Treviso (1.488), con un leggero calo rispetto al 2107, quando le segnalazioni erano a quota 1.334.
Balza agli occhi il confronto con il 2009, quando le segnalazioni nella nostra provincia erano “solo” 189, cresciute poi a 307 nel 2010, a 373 nel 2011 e più che raddoppiate (705) nel 2012. I casi del 2013 sono stati invece 1.009, quelli del 2014 erano scesi a 932, mentre nel 2015 sono stati 1.059, saliti a 1.156 nel 2016.
L’attenzione dell’Unità di controllo di Bankitalia si concentra sempre più sul fenomeno dell’investimento di fondi illeciti in valute virtuali, ormai sempre più diffuse nel mondo del trading. Ma ci sono anche numerosi casi sospetti di frodi fiscali, distrazione di fondi pubblici, simulazioni di compravendite immobiliari, fino ai sospetti più gravi di finanziamento del terrorismo internazionale.
L’inchiesta di questi giorni ha portato alla luce i “conti passanti” in Svizzera, dove finiva anche il “nero” che venivano usati come bancomat dagli imprenditori per far rientrare in Italia i soldi attraverso l’intermediazione dei commercialisti dello studio padovano PVP. I professionisti Guido e Christian Penso e Paolo Venuti sono dunque accusati di riciclaggio nell’inchiesta veneziana sui fondi “neri” all’estero: a loro carico oltre 11 milioni di sequestri disposti dal gip David Calabria. A raccontare il meccanismo ai finanzieri del comandante Gianluca Campana, un imprenditore del comparto delle calzature che ha ricostruito il caso relativo alla sua azienda e la cui deposizione è finita nelle carte dell’inchiesta del procuratore aggiunto Stefano Ancilotto. —
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