Operazione anti-droga, due albanesi in carcere: minacciavano di violenze sessuali i clienti che non pagavano

I carabinieri hanno arrestato due fratelli che gestivano un ricco giro di cocaina e marijuana, ricorrendo anche a violenti pestaggi
I due fratelli arrestati
I due fratelli arrestati

VENEZIA. I carabinieri della Compagnia di Mestre hanno arrestato due fratelli albanesi, residenti a Spinea, che avevano organizzato un fiorente mercato di cocaina ed eroina, pronti a pestaggi e intimidazioni per assicurarsi il silenzio dei loro clienti, minacciati addirittura di vedere figlie e compagne violentate se non avessero pagato in tempo la droga e non se ne fossero stati ben zitti. "Operazione diamante" l'hanno chiamata i carabinieri, dal nickname in Facebook di uno degli arrestati. Un chilo lo stupefacente sequestrato.

Operazione Diamante: arrestati due fratelli albanesi, con un ricco mercato di droga a Spinea

In carcere - su ordinanza di custodia cautelare richiesta dalla procura di Venezia e disposta dall'ufficio del Gip - sono così finiti all'alba di venerdì  Salca Pjeter e Salca Vate, rispettivamente di 27 e 23 anni, entrambi residenti a Spinea, accusati  di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

L'indagine ha avuto inizio nel novembre del 2014, su segnalazione della stazione dei carabinieri di Spinea, che aveva individuato una "società familiare" dedita allo spaccio di ingenti quantitativi mrijuana e cocaina, interessante prevalentemente il centro di Spinea.

Carabinieri in pattugliamento (foto d'archivio)
Carabinieri in pattugliamento (foto d'archivio)

Il 21 novembre di un anno fa, i carabinieri per hanno perquisito un garage sotterraneo di viale Viareggio, ove si sono imbattuti in 1 chilo di marijuana ben confezionato. E' così iniziata l'indagine vera e propria, tra intercettazioni di cellulari, appostamenti, analisi dei Ris sulle impronte digitali.

L'indagine è così arrivata ai fratelli Sacla, entrambi residenti a Spinea. "L’elemento caratterizzante della coppia di spacciatori albanesi", raccontano gli investigatori della compagnia di Mestre, "consisteva nell’indiscusso potere di intimidazione che la stessa esercitava nei confronti degli acquirenti, che erano costretti a saldare celermente i debiti contratti nell’ambito delle cessioni a pena di vere e proprie ritorsioni e punizioni personali, ovvero pestaggi e atti di violenza, che inducevano gli stessi ad omettere di sporgere denuncia nei confronti dei due albanesi. I Salca infatti, al fine di costringere gli acquirenti al pagamento della Cocaina ceduta, arrivavano persino a minacciarli di violentare sessualmente i loro figli o l’intera famiglia davanti ai loro occhi, ragion per cui fra i capi d’imputazione a carico dei due vi sono anche i reati di esercizio arbitrario delle proprie ragioni ed di estorsione aggravata".


La quotidiana attività di spaccio di stupefacenti si è consumata prevalentemente nella zona denominata “Villaggio dei Fiori” del Comune di Spinea, nella quale gli spacciatori potevano contare su una favorevole dislocazione degli edifici ed aree comuni, nonchè di fiancheggiatori della stessa indole

Ora i carabinieri,coordinati dalla procura di venezia, hanno interrotto il fiorente spaccio e le intimidazioni.
 

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