Operato al tunnel carpale, resta menomato
CAMPONOGARA Va ad operarsi al tunnel carpale all’ospedale di Dolo, ma ne esce lesionato con un nervo reciso, una estesa parestesia alle dita e una funzionalità della mano ridotta. Ora una perizia del Tribunale di Venezia ordinata dal giudice civile Alessandra Ramon, ha accertato il nesso di causalità fra l’intervento chirurgico effettuato a Dolo, e le lesioni riportate dall’uomo, accertando cioè quella che tecnicamente viene definita una colpa professionale.
Questo quello che è capitato a R. D, un uomo di settantatre anni residente a Camponogara, che due anni fa, precisamente nel maggio del 2015, si è recato all’ospedale di Dolo per poter fare quello che pareva a tutti gli effetti una operazione di routine. Un intervento che gli era stato prescritto per ovviare ai fastidiosi dolori alla mano che lo affliggevano da tempo. Ma a quanto pare il rimedio è stato peggiore della causa.
Dopo l’intervento chirurgico l’uomo ha infatti riscontrato subito alcuni evidenti problemi. «Il mio assistito», spiega l’avvocato Pascale De Falco, «ha subito denunciato all’Asl di Dolo - Mirano delle lesioni. Aveva perso la sensibilità e la funzionalità delle dita e di parte della mano. L’ospedale di fronte a quanto denunciato ha negato ogni addebito». «A quel punto», spiega l’avvocato, «a R. D. non è restato che ricorrere a vie legali attraverso la richiesta di un “accertamento tecnico preventivo” al Tribunale di Venezia».
Il giudice della sezione civile, Alessandra Ramon per dirimere la questione a quel punto ha dato incarico ad un consulente che già in diverse occasioni aveva lavorato per conto del Tribunale di Venezia e di altri tribunali in Veneto, il medico legale Gianni Barbuti. Barbuti dopo una analisi dei fatti ha espresso il suo parere in una dettagliata relazione.
«Il perito incaricato dal Tribunale», spiega l’avvocato De Falco, «ha accertato il nesso di causalità, riscontrando come la lesione sia stata provocata da uno strumento utilizzato durante quell’intervento. Si è accertato così, nella perizia che è stata depositata in Tribunale, una colpa professionale». Ora per l’avvocato De Falco le strade che si aprono davanti per il suo assistito sono due: «O l’Asl 3 di Dolo-Miranoaccoglie le nostre istanze risarcitorie e conviene alle nostre richieste anche in maniera bonaria, o saremo costretti a fare causa agendo in giudizio, avendo però dalla nostra il parere del Ctu, che inchioda alle proprie responsabilità l’Asl». Da parte sua l’Asl 3 si riserva per ora di dare una risposta nei prossimi giorni.
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