Operata di tumore senza anestesia: usata l’ipnosi

Straordinaria operazione su una donna di 42 anni: la racconta il professor Enrico Facco dell’Università di Padova

PADOVA. Operare un tumore con la sola ipnosi come anestesia? È possibile. Il caso è riportato nel numero di settembre 2013 della prestigiosa rivista «Anaesthesia» nell’articolo Hypnosis as sole anaesthesia for skin tumor removal in a patient with multiple chemical sensitivity, a firma del professor Enrico Facco, docente di Anestesia e Rianimazione del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova.

«La paziente, una donna di 42 anni che presentava diverse allergie a sostanze chimiche nonché precedenti reazioni anafilattoidi all’anestesia locale – spiega il prof. Facco -, è stata sottoposta a rimozione di un tumore della pelle alla coscia destra con la sola ipnosi come anestesia. L’ipnosi è stata indotta facendo chiudere gli occhi e contemporaneamente suggerendo verbalmente la realizzazione di uno stato di rilassamento e senso di benessere. Successivamente l’ipnosi è stata approfondita facendo immergere la paziente nell’immaginazione di un paesaggio piacevole (una spiaggia tropicale) e creando un’analgesia ipnotica focalizzata nella sede dell’intervento, analogamente al protocollo di ipnosi già da tempo utilizzato per la sedazione nelle cure odontoiatriche.»

Una rivoluzione in campo anestesiologico, soprattutto in casi selezionati, come questa paziente che presentava una forte sensibilizzazione ai farmaci e un grave rischio di reazioni allergiche.

Alla paziente è stato rimosso il tumore con una incisione di 6x3 cm e 3 cm di profondità, rimuovendo il tessuto adiposo sotto il tumore stesso, ma preservando la fascia profonda. Durante l’operazione, che è durata in tutto una ventina di minuti dall’inizio dell’incisione, la paziente non ha avvertito dolore e i parametri pressori e cardiaci si sono mantenuti perfettamente stabili.

«Si tratta di un caso che conferma l’efficacia dell’ipnosi come solo metodo anestetico in casi selezionati, preservando il paziente dal dolore e dallo stress chirurgico al pari degli anestetici comunemente usati – sottolinea il prof. Facco -. D’altra parte già Esdale nel suo Mesmerism in India, and its Practical Applications in Surgery and Medicine, pubblicato nel 1846, riporta con dovizia di dettagli la descrizione di oltre 300 casi di operazioni chirurgiche condotte sotto ipnosi come solo metodo anestetico.»

L’ipnosi, caduta in disuso con l’avvento dell’anestesia farmacologica, rimane un uno straordinario strumento in grado di rendere il paziente capace di modulare l’ansia e la soglia del dolore e affrontare meglio qualsiasi terapia invasiva in modo del tutto fisiologico, sempre disponibile e privo di costi: da sola o in aggiunta all’anestesia farmacologica l’ipnosi può quindi consentire di migliorare il rapporto costi/benefici e la qualità globale delle cure.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia