Operata all’anca e rispedita a casa

Cavallino. Bastianello (Uildm): «Non l’hanno voluta a Jesolo». L’Asl : «Non è vero»
VATRELLA - DINO TOMMASELLA - JESOLO LIDO - LE NUOVE SALE DI MEDICINA FIS. E RIABILITATIVA
VATRELLA - DINO TOMMASELLA - JESOLO LIDO - LE NUOVE SALE DI MEDICINA FIS. E RIABILITATIVA

CAVALLINO. «Protesi all’anca per una paziente di Cavallino-Treporti operata a San Donà. Il personale medico dell’Asl 10 l’ha rispedita a casa, piuttosto di ricoverarla all’ospedale di Jesolo». È il caso della signora P. S. segnalato due volte al direttore generale dell’Asl 10, Carlo Bramezza, dal delegato Uildm, Franco Bastianello, che non ricevendo risposta si è potuto basare sul solo racconto dei parenti.

«Dapprima un’infermiera l’ha avvisata che sarebbe rimasta in degenza a San Donà finché non si fosse liberato un posto a Jesolo», riferisce Bastianello, «poi il chirurgo che l’ha operata, domenica l’ha dimessa mandandola a casa. Ricontattata ieri mattina dall’ospedale proponendole il ricovero a Jesolo, dato che a San Donà asserivano che a Jesolo non c’era posto, tranne proporle ricovero a pagamento a 25 euro al giorno, la signora ha optato per le terapie private. Vorrei far notare l’incoerenza: un paziente di Cavallino operato a Monastier di protesi d’anca è stato trasferito all’ospedale di Jesolo per la riabilitazione, un altro paziente operato a Pordenone, sempre protesi d’anca, idem. Stiamo sempre parlando di pazienti residenti nel litorale».

«La paziente P. S. era stata visitata l’11 marzo», fanno sapere dall’Asl 10, «il 15 era già stata inserita nella lista di riabilitazione di lungodegenza all’ospedale di Jesolo. Il problema era che prima di lei erano iscritti alla lista altri tre pazienti, a mano a mano si liberavano i posti sarebbe stata inserita. Di fronte all’attesa ed all’urgenza manifestata dalla signora, era stata prospettato anche l’inserimento a pagamento più veloce, ma come seconda possibilità. Non esiste da parte nostra alcuna discriminazione in base alla provenienza del malato. Stiamo valutando se sporgere querela perché ciò che è stato riferito non è veritiero, le carte cantano».

Francesco Macaluso

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia