Operata al cuore rinasce a trent’anni. E scoppia a piangere
MIRANO. Rinascere a trent’anni, svegliandosi in un letto d’ospedale a pochi giorni dal Natale, dopo un intervento delicatissimo al cuore che attendeva praticamente da una vita. Alessia Tallon, di San Stino di Livenza, lascia la Cardiologia di Mirano e potrà trascorrere le feste in famiglia. La sua storia a lieto fine è anche un punto a favore della nuova collaborazione tra il reparto di Mirano e la Cardiochirurgia di Mestre, iniziata dopo la discussa chiusura di quella miranese.
Martedì, quando Alessia si è risvegliata nella sala di Emodinamica di Mirano, dopo essere stata sottoposta a un difficile intervento per la coartazione totale dell’aorta, ha trovato il primario Salvatore Saccà in persona a darle la notizia più bella: «È andato tutto bene». Alessia è scoppiata in lacrime: le parole del primario facente funzioni sono il regalo di Natale più desiderato, che le consentono davvero di iniziare una nuova vita. La giovane infatti è nata con una rara anomalia congenita dell’aorta che non si limitava al solo restringimento, ma la occludeva completamente, attendeva l’operazione da anni. Un caso rarissimo il suo».
«L’aorta, cioè l’arteria principale del corpo», spiega Saccà, «era completamente occlusa e, per meccanismi compensatori, si erano nel tempo sviluppati dei vasi già esistenti che contribuivano, anche se a fatica, ad alimentare l’aorta chiusa e a portare sangue e ossigeno al resto degli organi. Alessia, però, doveva assolutamente eseguire un intervento perché soffriva di pressione molto alta, che con il tempo avrebbe provocato gravi complicazioni per la sua salute». La ragazza ha subìto un intervento di angioplastica con sedazione locale: in pratica Saccà, coadiuvato dall’anestesista Elisa Canova, i cardiochirurghi di Mestre Alberto Terrini e Vera Renier, più il personale infermieristico, ha perforato con un sondino il diaframma che chiudeva l’arteria, praticando multiple dilatazioni dell’aorta con “palloncini” man mano sempre più grandi, fino a dilatarla completamente e fissandola poi con uno “stent”, una struttura metallica a maglie di sostegno.
Se l’intervento non fosse andato a buon fine, Alessia avrebbe dovuto sottoporsi a un intervento “più invasivo”, con una degenza ancora più lunga in ospedale, almeno di dieci giorni e una riabilitazione postchirurgica. Ma non ce ne sarà bisogno. La trentenne sta recuperando in fretta le forze e ieri è potuta già tornare a casa, a San Stino, dove trascorrerà il Natale in famiglia.
«Quando ho riaperto gli occhi», racconta, «ho pianto di gioia. Avevo rimandato più volte questo intervento per paura, sapevo che era molto delicato. Ringrazio il dottor Saccà e tutta l’équipe che mi ha operata: per me e la mia famiglia è il più bel regalo di Natale che potessi ricevere». «Interventi come questo della nostra Cardiologia, che ridanno un sorriso e una speranza alle persone malate, vanno sostenuti e promossi», ha commentato il direttore sanitario dell’Asl di Mirano-Dolo, Livio Dalla Barba, «un grazie va al personale coinvolto, in un’operazione che ha anche mostrato l’importanza della sinergia con i cardiochirurghi mestrini».
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