Onde alte cinque metri, l'ex olimpionico Daniele Scarpa rischia il naufragio
CAVALLINO. «Affrontare enormi rischi in barca a vela in balia di venti a 110 km/h e onde alte 5 metri mi ha ricordato la violenza del downburst vissuto a Cavallino-Treporti il 10 agosto dello scorso anno». Evoca i momenti di paura vissuti con i suoi concittadini per l’evento meterologico che un anno fa ha devastato il litorale per descrivere l’ultima esperienza di cui è stato involontariamente protagonista. Il campione olimpico di voga, Daniele Scarpa, ha infatti rischiato di inabissarsi con la sua barca a vela “Desire” sorpreso al largo di Termoli in Molise da un violento nubifragio.
La disavventura, che poteva costare la vita a lui e allo skipper Filippo Spinosa, è avvenuta domenica pomeriggio quando aveva già lasciato il porto di Vasto in Abruzzo per raggiungere quello di Vieste in Puglia, costringendo il campione di canoa a ripiegare a fatica al porto Marina di Sanpietro Termoli in Molise. «Eravamo a 3 miglia dall’entrata del porto di Termoli, quando siamo stati investiti da violentissime raffiche di vento e pioggia così scrosciante che non si riusciva a vedere la prua della Desire», ha raccontato Daniele Scarpa una volta attraccato in salvo al porto di Termoli col supporto dell’autorità marittima, «l’imbarcazione ha rischiato più volte di rovesciarsi per una tempesta che sviluppava onde altissime e vento oltre 60 nodi (111 km/h). Un’onda più violenta delle altre ci ha portato via il gommone. Sono state ore drammatiche in balia della tempesta, fortunatamente siamo riusciti a mantenere i nervi saldi».
«Se rompevamo il parastrappi», aggiunge il campione raccontando i terribili momenti in mare, «non ci sarebbe rimasto che gettare le ancore in mezzo alla tempesta e attendere i soccorsi in balia delle onde alte cinque metri». Per questo imprevisto Scarpa ha dovuto interrompere il suo tour in barca “Desire Project”, www. progettodesire. it, in difesa dei giovani e dello sport, circumnavigazione d’Italia via mare che riprenderà appena possibile per concludersi a settembre.
«Fortunatamente non avevamo ospiti a bordo», racconta ancora Scarpa, «quindi io e lo skipper Filippo Spinosa non avevamo altre distrazioni se non l’impegno di mettere in sicurezza tutto il materiale sul deck della Desire. Dico questo perché una delle situazioni più pericolose che si affrontano in momenti come questi è il panico e la paura di chi non può capire che andare in barca tra le onde e il vento non è cosa che si improvvisa, soprattutto dal punto di vista psicologico. A un certo punto il vento ha girato permettendoci di riportare Desire sulla rotta con onde e vento in poppa. Queste condizioni ci hanno permesso di entrare in porto senza avere l’onda sulla fiancata della barca». —
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