Ondata di sfratti in arrivo per gli inquilini dell’Ater

VENEZIA. Ondata di sfratti in arrivo a Venezia - almeno cento - per gli inquilini dell’Ater, per gli effetti «perversi» della nuova legge regionale in materia di edilizia residenziale pubblica, che prevede che abbiano diritto all’alloggio inquilino con un reddito Isee -l’indicatore di situazione economica equivalente - lordo di soli 20 mila euro. Una soglia più bassa della precedente, quando per stabilire i limiti per avere diritto alloggio popolare ci si basava sulla denuncia dei redditi. Dall’Isee si ricavano tutti i dati utili per definire la condizione economica dell’inquilino, dalla proprietà ai redditi, ai depositi bancari posseduti.
La legge regionale precedente prevedeva però che chi superava i limiti di reddito convenzionali previsti per il canone sociale, poteva comunque rimanere nell’alloggio con contratti di affitto maggiorati in proporzione al reddito, fino a un massimale di guadagno, pur senza limiti al rinnovo dei contratti.
Ma a fine gennaio sono arrivate a questo tipo di inquilini - tra cui molti anziani, uno addirittura di 93 anni - le lettere senza alcun preavviso con valenza di sfratto esecutivo 24 mesi prima dello scadere del contratto di locazione, senza possibilità di proroghe. Le lettere finora inviate dall’Ater - cone ente regionale - sono finora un centinaio, ma ad esse dovrebbero presto sommarsi anche quelle dei Comuni, compreso quello di Venezia, perché la nuova normativa è valida anche per gli alloggi comunali.
Il senatore veneziano del Pd Andrea Ferrazzi, capogruppo del suo partito in Commissione Territorio e Ambiente al Senato annuncia un’interrogazione parlamentare sulla questione. «Che ci fosse bisogno di una nuova legge regionale per l’edilizia residenziale pubblica è fuori dubbio - commenta - ma che la nuova sia fatta male e colpisca indiscriminatamente i veneziani lo è allo stesso modo. Centinaia di sfratti indiscriminati che colpiscono anche anziani ultra novant’anni. Un calcolo Isee troppo stringente, nessuna progressività. Tra le più colpite l’area veneziana. La responsabilità è anche dell’Amministrazione comunale di Venezia, del tutto assente dal lavoro di audizione e che non ha mandato alcun contributo alla regione in fase di elaborazione della legge. Si intervenga subito. Il presidente dell’Ater Raffaele Speranzon mi ha garantito il massimo impegno per gestire al meglio la questione, nell’attesa di una soluzione organica. Su questo sto depositando una specifica Interrogazione parlamentare per sollecitare il Governo per trovare una immediata soluzione».
«Proprio in queste settimane - dichiara a sua volta il presidente dell’Ater Raffaele Speranzon - una commissione regionale sta valutando, anche sulla base dei dati che pervengono e delle simulazioni effettuate, l’effettivo impatto dei nuovi limiti al reddito Isee sugli inquilini. Nessuno vuole creare un’emergenza sociale, ma la nuova legge ha anche lo scopo di chi occupa una casa popolare senza averne diritto per il superamento dei limiti di reddito e l’alloggio non può essere considerato ereditario e trasmissibile da padre in figlio. Fino a quando la Regione non avrà concluso le sue valutazioni, in ogni caso, non daremo seguito come Ater Venezia agli sfratti imposti dalla nuova legge per chi non rientra più nei limiti Isee. Ma che bisognasse intervenire non c’era più dubbio, abbiamo ancora inquilini che pagano un affitto mensile di 10 euro per un alloggio Ater. Ora il minimo sarà portato a 55 euro mensili, comunque pochissimo. Abbiamo bisogno di acquisire risorse per garantire le manutenzioni degli alloggi e abbiamo il dovere di dare una casa a chi è in graduatoria e ha magari più diritto di chi già la detiene ma ha superato i limiti di reddito. Se comunque, al termine della verifica in corso, il limite Isee di 20 mila euro per famiglia sarà giudicato troppo basso, si faranno i necessari aggiustamenti».
Resta però la situazione di grande incertezza per molti inquilini e gli effetti negativi già denunciati più volte nei mesi scorsi dal professor Fabio Mozzato con lettere all’Ater, alla Regione e al Comune per chiedere una moratoria per il centro storico di Venezia. —
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