Omofobia e violenze in famiglia
MESTRE. Caso di omofobia in famiglia, nuova denuncia di Lgbte, associazione che tutela gay, lesbiche, trans, etero e bisex. Due fratelli, entrambi omosessuali, residenti nel Veneto orientale, hanno subito forti discriminazioni e violenze in seno alla propria famiglia.
Nell'estate 2013, un primo colloquio con i servizi sociali per risolvere il caso di omofobia e violenza tra le mura domestiche. Vista l'inefficacia dell'intervento, all'inizio di novembre 2014 l'associazione ha incontrato il sindaco e alla giunta del paese di residenza. «È trascorso ormai più di un mese dagli accordi presi», dice il presidente Lgbte, Denis Mazzin, «ma non c'è stato alcun tentativo di collaborazione e soccorso: il Comune è venuto meno alla parola data. Prendiamo, dunque, le distanze da questo modo di operare da parte di un' amministrazione e dei suoi servizi sociali. L'indifferenza verso i propri cittadini vittime di violenza ha luogo sia con la scelta del "silenzio" sia dichiarando il falso ad altri. Ci riserviamo di inoltrare la diffida anche alla Procura».
« Le amministrazioni comunali hanno l'obbligo di intervenire», sostiene Mazzon, «e di prendere le distanze da casi accertati di omofobia/transfobia. Presto organizzeremo un convegno a San Stino, dove il sindaco si è dimostrato interessato con la giunta al tema dell' omofobia. E verrà istituito uno sportello a San Donà, d'ascolto per vittime di omofobia e transfobia, oltre a vittime di discriminazioni di sesso e razza».
«La nostra associazione», conclude, «ha affrontato casi di razzismo e violenze omofobe. Vogliamo solo prevenire ogni forma di violenza e discriminazione. Ancora una volta invitiamo le amministrazioni a prendere posizione e far qualcosa di concreto, altrimenti daremo battaglia, avvisando anche la magistratura, qualora chi abbia l'obbligo di fare qualcosa non lo fa secondo la legge». (g.ca.)
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