«Omicidio Vianello, piano premeditato»

Le motivazioni del gup alla base della condanna a 30 anni di “Milly” Lazzarini: azione spregevole, i soldi non c’entrano
Di Roberta De Rossi
Foto Agenzia Candussi/ Chiarin/ Mestre, parco della Bissuola / Controlli della Polizia anti droga
Foto Agenzia Candussi/ Chiarin/ Mestre, parco della Bissuola / Controlli della Polizia anti droga

Susanna Lazzarini ha ucciso per soldi l’anziana amica di famiglia Francesca Vianello, l’ha strangolata con premeditazione e senza «far intravedere una qualche giustificazione» per rendere meno orrendo il suo delitto: si è trattato di «un’azione spregevole», per la quale Susanna “Milly” Lazzarini merita la condanna massima a 30 anni di reclusione, ovvero l’ergastolo con lo “sconto” di pena previsto dal rito abbreviato. Senza alcuna attenuante.

Così scrive la giudice per le indagini preliminari Barbara Lancieri nel motivare la sentenza di condanna della donna, che il 29 dicembre 2015 ha strangolato l’anziana conoscente, perché - ha tentato di difendersi - le avrebbe negato un prestito di 300 euro del quale aveva assolutamente bisogno, trovandosi in enormi difficoltà finanziarie e volendo fare almeno i regali di Natale ai figli. Bugie, sostiene la giudice, che ricorda non solo come le condizioni economiche della donna non fossero così difficili, ma anche come l’omicida giocasse d’azzardo.

«Susanna Lazzarini poteva contare su una pensione di 1700 euro», si legge in sentenza, «vero che dovevano viverci in quattro persone, vero che Susanna Lazzarini svolgeva saltuariamente qualche lavoro, così come i suoi due figli - uno dei quali di 30 anni - che comunque si stavano impegnando per cercarle uno».

D’altra parte, prosegue la giudice, non c’erano problemi di sopravvivenza: la stessa imputata ha detto che il danaro serviva «a consentire al figlio di pagare le rate del mutuo per l’acquisto di un’auto e per garantire ai propri familiari di avere, come tutti, un dono sotto l’albero di Natale: non proprio esigenze di sopravvivenza. A ciò si deve aggiungere che Susanna Lazzarini era dedita al gioco d’azzardo, che la portava a dilapidare senza motivo le proprie esigue risorse economiche». Inoltre - scandisce la giudice - «non va trascurata la ferocia rivolta nei confronti di un’anziana donna che di certo non viveva nell’agio, se si pensa che poteva contare su una pensione - dopo una vita di lavoro - inferiore a quella della Lazzarini, di 1300 euro che le consentiva di sopravvivere con meno angosce di quelle dell’imputata, anche grazie a una gestione più oculata e parsimoniosa del suo patrimonio». Per concludere: «Un’azione particolarmente spregevole, diretta verso un’anziana non certo facoltosa, di cui era riuscita a carpire la fiducia facendo leva su un consolidato rapporto di amicizia con la madre».

Un omicidio che Lazzarini aveva premeditato portandosi appresso il cordino per strangolare la donna e guanti di lattice, raccontando la fandonia che la corda servisse a legare un santino a un’orchidea da donare per riconoscenza all’anziana e che i guanti fossero per la figlia che soffriva di una (inesistente, in realtà) dermatite». Invece, uccisa la donna, dopo aver deciso cosa portar via e cosa lasciare (come una collana di perle che era convinta di non poter vendere a un compra oro) Lazzarini se ne era andata a fare spese al supermercato con la madre, pagando e ritirando soldi con bancomat della sua vittima, come nulla fosse. Perciò, niente attenuanti: 30 anni.

Va ricordato che Susanna Lazzarini è indagata anche come corresponsabile di un altro omicidio: quello di Leda Pamio - che con la madre e la stessa Vianello giocavano a carte - per il quale è già stata condannata in appello Monica Busetto, che si proclama innocente.

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