Omicidio Pamio: «Patto segreto tra Busetto e Lazzarini»

MESTRE. Omicidio Pamio, un patto tra Monica Busetto e Susanna Lazzarini perché questa si assuma tutte le responsabilità. Ne sono convinti gli inquirenti che si stanno occupando dell’assassinio avvenuto in viale Vespucci nel dicembre 2012. Ne sono convinti perché gli investigatori hanno sei testimoni che asseriscono questo. È quanto hanno cercato di contestare nei giorni scorsi, durante un interrogatorio, a Monica Busetto che a quel punto si è avvalsa della facoltà di non rispondere.

L’inserviente ospedaliera è indagata nel procedimento aperto dopo le confessioni della vedova Susanna Lazzarini che ha ammesso di aver ucciso l’anziana. Busetto resta unica imputata nel processo d’Appello che si aprirà il 14 ottobre, sempre per lo stesso omicidio, e che in primo grado le era costato la condanna a 24 anni e 6 mesi di carcere. Lazzarini aveva ammesso l’omicidio dopo che gli investigatori della Squadra Mobile avevano trovato il suo dna mischiato al sangue della vittima, nell’appartamento dov’era avvenuto il delitto. A quel punto Monica Busetto, in prigione da due anni, era stata scarcerata. Questo non aveva impedito agli inquirenti di dire che la donna non poteva ritenersi assolta e quindi restava indagata.

I poliziotti diretti da Angela Lauretta non hanno mai smesso di verificare il lavoro svolto inizialmente per l’omicidio, convinti che non tutto dovesse essere gettato alle ortiche. In questi mesi hanno raccolto altro materiale e incrociato dati già emersi nella prima indagine. Hanno interrogato diverse volte, in carcere a Trento, Susanna Lazzarini e quanto ha detto la donna in prigione anche per il delitto di Francesca Vianello, altra anziana, è stato secretato.
Gli inquirenti hanno messo insieme anche sei testimonianze raccolte in carcere a Venezia mentre Lazzarini e Busetto erano entrambi ospiti della casa circondariale della Giudecca. Tutte e sei le persone sentite, tra cui una guardia carceraria, dicono che le due donne si sono messe d’accordo perché Susanna Lazzarini si assumesse tutta la responsabilità del delitto di Lida Pamio. Testimonianze forti, se gli inquirenti hanno deciso di contestare queste affermazioni alla Busetto. Sta di fatto che la donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere.
E va anche sottolineato che quando le due sono state messe nella stessa cella dove, molto probabilmente, erano state inserite delle microspie, entrambe hanno avuto un comportamento come se non si fossero mai conosciute. Gli inquirenti hanno sempre fatto capire che se Susanna Lazzarini era nell'appartamento della Pamio al momento del delitto, forse non era da sola. Quindi cercano un complice. In base a quanto è stato reso pubblico fino a questo momento, non sono state trovate tracce della presenza di Monica Busetto in quell'appartamento. Mentre c'era il dna dell'altra indagata. Dna già emerso durante la prima indagine, ma che gli investigatori non potevano associare ad alcun nome perché in quel momento l’unica indagata era la Busetto.
Il delitto di Lida Pamio quindi non è stato ancora del tutto chiarito anche se c’è una donna che si è assunta tutta la colpa, negando qualsiasi complicità di altre persone e c’è un’altra donna che dice di non aver ucciso nessuno e di non aver partecipato ad alcun omicidio.
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