Omicidio Pamio, i legali della Busetto attaccano la Procura

Contestate le sei testimonianze (cinque detenute e una guardia) secondo cui Monica Busetto e Susanna Lazzarini si sono accordate per far ricadere la colpa sulla seconda
Da sinistra l'avvocato Stefano Busetto, Monica Busetto e l'avvocato Alessandro Doglioni
Da sinistra l'avvocato Stefano Busetto, Monica Busetto e l'avvocato Alessandro Doglioni

MESTRE. Di chi sono le sei testimonianze che hanno rimesso in discussione l’innocenza di Monica Busetto? Nelle ultime ore la vita di Monica Busetto, che attendeva impaziente la chiusura del processo per tornare a lavorare e alla normalità, è stata di nuovo messa sottosopra.

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Il palazzo di viale Vespucci a Mestre dove venne uccisa Lida Pamio nel dicembre 2012

Sei testimonianze. Le ultime novità sono le sei testimonianze (di cinque detenute e una guardia carceraria) secondo le quali Susanna Lazzarini, detta Milly, e Monica si conoscevano e si erano messe d’accordo per far ricadere sulla prima l’omicidio di Lida Pamio, l’anziana uccisa il 20 dicembre 2012, per l’omicidio della quale la Busetto era stata condannata in primo grado a 24 anni e 6 mesi.

Contro la Procura. Gli avvocati che difendono Monica Busetto – Alessandro Doglioni e Stefano Busetto – non condividono i metodi che sta utilizzando la Procura e non escludono di fare una richiesta ufficiale al carcere femminile della Giudecca per conoscere i nominativi di chi era detenuto e di chi ha prestato servizio dall’1 gennaio al 2 marzo 2016 (periodo durante il quale le due donne hanno convissuto in cella, fino alla scarcerazione della Busetto), per verificare chi ha parlato e su quali basi sostiene l’accordo tra le due.

Il silenzio di Monica davanti al giudice. I legali si sono dimostrati molto delusi dal fatto che apprendono gli sviluppi della vicenda dagli organi di stampa. «Quando la Procura ha chiamato Busetto», hanno chiarito, «Monica si è avvalsa della facoltà di non rispondere ancora prima che le venissero fatte delle domande, com’è suo diritto».

Monica Busetto, Lida Taffi Pamio e Susanna Lazzarini
Monica Busetto, Lida Taffi Pamio e Susanna Lazzarini

Sul perché sia stata zitta se non aveva nulla da nascondere, gli avvocati hanno le idee chiare. La risposta dei legali è che non riescono a comprendere cosa stia succedendo e, da persona informata sui fatti, Busetto sembra in tutto e per tutto indagata.

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Verbali negati. «Già i primi giorni di marzo», ha detto Doglioni, «abbiamo chiesto alla Procura che ci consegnasse i verbali dei due interrogatori fatti a Lazzarini e a Busetto che avevamo acconsentito fosse registrato, ma ci sono stati negati dicendo che, eventualmente, li avremmo visti quando e se fossero stati depositati in sede di udienza». Insomma, per gli avvocati gli strumenti che sta utilizzando la Procura come accusa e quelli che stanno utilizzando loro come difesa sono palesemente impari, come dimostra per esempio l’accesso alle intercettazioni che i legali non hanno. «La Procura può negarci gli atti», prosegue Doglioni, «ma ci sembra che in questo modo violi il nostro diritto alla difesa perché sta procedendo in certe direzioni che ci fanno pensare che non siamo in procedimento connesso, ma nel pieno procedimento».

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"Non si conoscevano". Un altro punto che secondo gli avvocati viene dato dai sei testimoni come certo è che le due si conoscessero, cosa che Busetto e gli avvocati stessi escludono senza alcun dubbio: «Se la Procura sostiene questo», ha dichiarato Doglioni, «deve dimostrarlo perché loro non si conoscevano». In realtà la Procura aveva sempre affermato che avrebbe proseguito nell’approfondire i soggetti comparsi sugli scenari dei delitti, ma per gli avvocati un conto è che la loro assistita sia imputata, un altro indagata: «Se fosse così», ha ribadito Doglioni, «lo dovremmo sapere in maniera ufficiale».

L'appartamento dell'anziana nel palazzo di viale Vespucci
L'appartamento dell'anziana nel palazzo di viale Vespucci

Chi sono i sei testimoni? Da qui l’ipotesi di verificare di chi siano le sei testimonianze. «Anche in questo caso», fa notare l’avvocato, «la Procura ha un accesso facilitato per avere i nominativi delle carcerate rispetto ai legali perché ha alle sue dipendenze la Mobile. Non è escluso comunque che anche noi faremo richiesta per sentire chi c’era e le testimonianze».

Busetto non parla. Monica Busetto non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione, seguendo la strategia degli avvocati che, improvvisamente, si ritrovano di nuovo in pista per contestare le accuse fatte alla donna. Dalle dichiarazioni che aveva rilasciato la donna subito dopo la scarcerazione, risultava che non aveva mai avuto brutti rapporti con le compagne di cella e di Milly aveva sempre ribadito che era una perfetta sconosciuta.

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