Omicidio Meredith, Sollecito in aula con la fidanzata veneta

Ha preso il via l'udienza in Cassazione per il processo che vede imputati Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l'omicidio, avvenuto a Perugia nel 2007, della studentessa inglese Meredith Kercher. La sentenza rischia di slittare a venerdì 27 marzo
Raffaele Sollecito con Greta Menegaldo prima del processo
Raffaele Sollecito con Greta Menegaldo prima del processo

VENEZIA. Ha preso il via l'udienza in Cassazione (ma la sentenza rischia di slittare a venerdì 27 marzo) per il processo che vede imputati Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l'omicidio, avvenuto a Perugia nel 2007, della studentessa inglese Meredith Kercher. A prendere la parola per primo è stato il giudice relatore Antonio Paolo Bruno, che sta ripercorrendo tutte le tappe della vicenda. Il relatore illustrerà anche i motivi di ricorso presentati dai difensori dei due imputati contro la sentenza emessa il 30 gennaio 2014 dalla Corte di Assise di Appello di Firenze, in sede di rinvio, che inflisse ad Amanda 28 anni e mezzo di carcere e a Sollecito 25 anni.

 L'aula della quinta sezione penale è gremita per la presenza di numerosi avvocati, molti cronisti - anche di giornali stranieri -  e di curiosi. Raffaele Sollecito, imputato e condannato in appello per la morte di Meredith, segue l'udienza nell'Aula magna della Cassazione seduto in prima fila alle spalle dei suoi avvocati. Accanto a lui la sorella, Vanessa, e subito alle spalle il padre con la compagna, e la nuova fidanzata, la veneta Greta Menegaldo, di Oderzo.

Sul lato opposto dell'aula principale del 'Palazzaccio' segue i lavori del processo anche Patrick Lumumba, il proprietario del locale dove lavorava Amanda Knox, e tirato in ballo dalla stessa studentessa americana per la morte della sua coinquilina. E' ancora in corso la relazione che ricostruisce le indagini e le fasi processuali, oltre che i motivi di ricorso, a seguire la requisitoria dell'accusa.

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