Omicidio Lovisetto «Sono pochi 14 anni per Silvano Maritan»
san donà. «L’omicidio di Lovisetto appare sicuro indice di perdurante, mai sopita e attuale pericolosità di Maritan sia per l’estrema gravità del fatto, sia per essere stato commesso per attuare un proposito a lungo coltivato in relazione al contesto criminoso di riferimento, che l’omicidio doveva ripristinare». Scrive così la sostituto procuratore generale Maristella Cerato nell’atto di appello con cui la Procura Generale ha impugnato la condanna in primo grado dell’ex boss del Veneto Orientale Silvano Maritan a 14 anni per l’omicidio volontario di Alessandro Lovisetto, il 13 novembre 2016 in piazza Indipendenza, e a 4 mesi per aver portato con sé il coltello per uccidere. I giudici della Corte d’Assise avevano escluso la recidiva «perché il fatto è del tutto avulso dalla storia criminale di Maritan, non rilevando alcuna continuità delinquenziale».
Ma la Procura Generale la pensa diversamente, sostenendo che i fatti sono «pienamente congruenti con la pregressa storia criminale dell’imputato» e perciò che l’aggravante della recidiva specifica reiterata, che andrebbe a incidere in modo significativo sulla pena finale, debba essere contestata. «Il giudicante non ha considerato che l’epoca ritenuta remota dei precedenti dell’imputato deve essere letta storicamente tenendo conto dei periodi di detenzione patiti dallo stesso Maritan», scrive la sostituto pg, evidenziando come l’omicidio sia avvenuto il 13 novembre 2016, «in data di poco successiva all’espiazione della pena avvenuta il 1° settembre 2016», e sottolineando «l’uso di modalità lesive per la “soluzione” di situazioni non accettate».
Le altre parti hanno ancora alcune settimane di tempo per presentare appello. Di certo lo farà l’avvocato Andrea Faraon, in rappresentanza dei tre figli di Lovisetto, a cui in primo grado è stata riconosciuta una provvisionale di 100mila euro ciascuno. —
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