Omicidio di Jesolo, il tabaccaio massacrato dopo un furto in casa finito male
Leonard Shehu in carcere per aver ucciso Roberto Basso lo scorso maggio. E’ stato intercettato mentre chiedeva alla moglie un alibi per la notte del delitto. Tra le altre prove, le telecamere e il Dna. Per gli inquirenti quella sera voleva rubare ma era stato riconosciuto dal 64enne ed aveva perso la testa

Un’intercettazione telefonica nella quale chiede alla moglie di procurargli un alibi per la notte dell’omicidio del tabaccaio Roberto Basso, 64 anni, ucciso nella notte tra il 5 e il 6 maggio 2024.
È la prova in più che la Procura ha esposto nel corso dell’udienza di convalida del fermo di Leonard Shehu, il trentaseienne cuoco di cittadinanza albanese, residente da anni a Jesolo con la famiglia, accusato del delitto. Il pubblico ministero Giovanni Zorzi gli contesta l’accusa di omicidio volontario.

Basso era stato trovato all'interno della propria abitazione di Jesolo riverso a terra in una pozza di sangue, dopo essere stato colpito più volte alla testa con un oggetto contundente.
Resta in carcere
La gip Rosa Maria Barbieri, pur non convalidando il fermo (non rilevando il pericolo di fuga), ha firmato una misura cautelare di custodia in carcere per il rischio di reiterazione del reato e l’uomo è stato ricondotto in cella a Santa Maria Maggiore.
Telecamere e Dna
A portare i carabinieri sulle tracce dell’uomo vi sono le immagini delle telecamere che ne hanno ripreso l’auto la sera del delitto vicino all’abitazione del tabaccaio e anche nei giorni precedenti.
E poi un pezzo di plastica che si è staccato dal cacciavite utilizzato per forzare la porta finestra dalla quale è entrato: su questo piccolo frammento è stato rilevato dal Ris di Parma del dna compatibile con un familiare dell’uomo.
Il possibile movente
Infine i molti debiti del presunto omicida, che, nel corso dell’udienza, affiancato dall’avvocato difensore Pascale De Falco, si avvalso della facoltà di non rispondere.
Stando a quanto ricostruito dagli investigatori, quella notte Shehu avrebbe tentato di mettere a segno un furto nell’abitazione di Roberto Basso, puntando verosimilmente all’incasso della tabaccheria. Sarebbe stato però sorpreso e riconosciuto, così avrebbe massacrato la vittima con vari fendenti alla testa.
Le esigenze cautelari
L'esecuzione del fermo – spiegano dalla Procura di Venezia in una note firmata dal procuratore vicario Stefano Ancilotto – «si è reso necessario per la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico dell'indagato per il reato di omicidio. E' stato inoltre ravvisato il concreto pericolo di fuga del fermato nel suo Paese di origine, il rischio che possa essere compromessa la genuinità della prova, nonché il pericolo di reiterazione del reato in ragione del persistenza della criticità finanziarie, che potrebbero indurre l'indagato a porre in essere fatti delittuosi analoghi».
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