Omicidio di Silvia Gobbato, confessa l'assassino: "Volevo rapirla"

UDINE. I carabinieri di Udine hanno fermato Nicola Garbino in relazione al delitto di Silvia Gobbato. Il sospettato è stato portato nella caserma di viale Trieste a Udine per accertamenti. Il fermato sarebbe stato trovato con un coltello sporco di sangue. Si tratta di Nicola Garbino, residente a Pozzuolo del Friuli, 36 anni. Agli agenti che l'hanno fermato ha detto: "Mi avete beccato". L'uomo avrebbe sulle braccia graffi e segni compatibili con l'aggressione alla ragazza.
La confessione piena è stata fatta agli inquirenti nel tardo pomeriggio e ha risvolti allucinanti. L'uomo, che non ha problemi mentali e non era in cura, come in un primo momento era emerso da ambienti investigativi, aveva solo un forte disagio provocato dal fatto di non aver mai lavorato e viveva con i genitori.
Secondo quando ha raccontato agli investigatori, Garbino aveva in mente di rapire una donna. L'unica colpa di Silvia Gobbato è stata quella di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Lui non la conosceva, la sua vittima l'ha scelta a caso, secondo criteri tutti suoi. Silvia - ha detto - era da sola, correva piano, era carina e aveva con sè un telefonino. Tutto questo a Garbino è bastato per cercare di mettere in atto il suo folle progetto.
L'ha avvicinata in modo fulmineo e minacciata col coltello. Voleva immobilizzarla e poi usare il telefonino dell'avvocatessa per denunciare il rapimento e reclamare un riscatto. Ma non aveva messo in conto la reazione di Silvia, la cosa è degenerata e così lui l'ha uccisa.
La prova inoppugnabile. Certo potrebbe trattarsi di un povero disperato che si autoaccusa di qualcosa che non ha commesso. Succede anche questo e i carabinieri ne hanno tenuto conto. Hanno perciò cercato la prova inoppugnabile e l'hanno trovata: un guanto. Su questo c'è sia il sangue di Silvia che quello di Garbino, feritosi leggermente durante la collutazione.
L'arcivescovo di Udine sul luogo del delitto: "Una preghiera". Intanto l'Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, va a Plaino di Pagnacco, sul luogo nel quale è stata uccisa a coltellate la giovane avvocato Silvia Gobbato, «per un momento di preghiera e una benedizione». Il prelato si è detto «profondamente addolorato». Mons. Mazzocato, si legge in una nota, «intende così testimoniare la vicinanza della Chiesa udinese alla famiglia e a tutti coloro che soffrono per questa tragica perdita e porre un segno di speranza cristiana in un frangente attraversato da cieca e inumana violenza».
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