Omicidio di Favaro, Bari colpito fuori dall'auto dei killer

Forse in due gli assassini che hanno ammazzato il pensionato 75enne di Carpenedo ritrovato senza vita giovedì a Favaro
A destra Valerio Bari l’uomo di 75 anni ucciso e ritrovato in un campo a Ca’ Solaro e via dei Pini a Carpenedo, dove l’anziano abitava al civico 3
A destra Valerio Bari l’uomo di 75 anni ucciso e ritrovato in un campo a Ca’ Solaro e via dei Pini a Carpenedo, dove l’anziano abitava al civico 3
MESTRE. Chi ha ucciso il pensionato Valerio Bari ha mostrato di avere una capacità assassina notevole, considerati i tempi stretti con i quali ha commesso il crimine senza lasciare tracce significative. Quindi o aveva premeditato l'omicidio o ha un sangue freddo degno di uno spietato killer. Non può essere escluso a priori poi che ad agire siano state due persone. Per il pm Stefano Buccini, titolare dell'indagine, il cadavere di Bari «parla poco». In pratica fornisce poche informazioni agli inquirenti della Squadra Mobile che da giovedì mattina si stanno arrovvellando intorno all'omicidio del pensionato che viveva con la moglie in via dei Pini 3.


Il colpo in testa.
È un colpo non mortale e inferto con corpo contundente per stordire Bari prima di ucciderlo. Un colpo che gli può essere stato inferto sia da davanti che da dietro. Difficilmente, ma non si può escludere al 100 per cento, dall'interno dell'abitacolo di un'auto. Quindi è possibile che il tutto sia avvenuto in luogo chiuso. Comunque nessuno esclude che il pensionato magari fermato da qualcuno in auto si sia avvicinato al finestrino abbassato per capire se gli chiedevano un'informazione o lo stessero salutando, è stato colpito con un bastone o una chiave inglese alla testa e poi caricato. Ma è possibile che questo sia avvenuto in quello spicchio di città, tra le 10.15 e le 10.45, che si dipana tra via Ca' Rossa, via dei Pini e via Rielta, senza che nessuno abbia visto nulla? Una zona a quell'ora molto frequentata. Certo è quasi impossibile che il colpo sia stato sferrato all'interno dell'abitacolo di un'auto. Eventualmente questo può essere avvenuto dentro un furgone, senza lasciare il tempo a Bari di reagire.


Nessun segno sul corpo.
Sul cadavere, il dottor Antonello Cirnelli che ha eseguito l'autopsia non ha riscontrato nessuno di quei segni cosiddetti di reazione. Lividi o ferite dovuti al tentativo di difendersi da parte della vittima. In questo caso o Bari è stato sorpreso e colpito subito in testa e quindi stordito, oppure il pensionato conosceva i suoi aggressori e si è fatto sorprendere proprio perché non temeva chi poi lo ha ucciso. E ritorniamo sempre ad un punto fondamentale: è possibile colpire alla testa una persona in mezzo alla strada senza che nessuno, tra le 10 e le 11, si sia accorto di nulla?


Il sangue.
La ferita riscontrata in testa a Bari, dovuta al colpo, ha sanguinato non poco. Quindi da qualche parte ci devono essere tracce di sangue.


Il sacchetto in testa.
Gli inquirenti non vogliono dargli nessun valore simbolico. E stando a quanto stabilito dal medico legale è servito all'assassino per avere la certezza, dopo aver riempito la bocca di carta, che Bari non respirasse con il naso. Va ricordato che il nascondere il volto della vittima è spesso caratteristico dei delitti che avvengono per mano di persone che hanno un legame affettivo con la vittima. L'assassino in sostanza non ha il coraggio di guardare in faccia chi ha ucciso.

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