Omicidio Bardella, preso il presunto assassino

L’arresto a Cabo Frio per l’uccisione nel dicembre scorso del 52enne di Jesolo in una favela di Rio

JESOLO. La polizia brasiliana di Cabo Frio ha annunciato ieri l’arresto di uno dei sospettati dell’omicidio di Roberto Bardella, lo jesolano di 52 anni, freddato l’8 dicembre scorso per errore in una favela di Rio de Janeiro. E l’incubo continua. Sequestrata nell’operazione anche una partita di marijuana. Si tratterebbe di uno dei principali sospettati dell’esecuzione di Roberto Bardella, individuato a Cabo Frio, nella Regione dei Laghi, già colpito da un mandato di cattura per furto e omicidio. La moglie di Bardella e i parenti sono prudenti: «Attendiamo notizie ufficiali dal Brasile, ma certo confidiamo negli inquirenti che sono da mesi all’opera».

Tornato a Jesolo dal Brasile, dove vive, l’imprenditore Mino Cuzzolin è stato tra i primi a segnalare il nuovo arresto che testimonia come le indagini non si siano mai fermate dopo il tragico omicidio che ha scosso Jesolo lasciando un segno profondo nella comunità. Cuzzolin è infatti sempre in contatto con il Brasile e ha seguito personalmente quella vicenda terribile giorno per giorno, dopo aver saputo di un concittadino che aveva trovato la morte a Rio dove vive.

Il delitto risale all’8 dicembre dello scorso anno, quando il 52enne Bardella e suo cugino, Rino Polato, 59 di Fossalta di Piave, sono entrati per errore in moto nella favela Morro dos Prazeres a Santa Teresa. Erano in vacanza in America Latina, i cugini motociclisti arrivati in Brasile a Foz do Iguaçu, al confine con il Paraguay, con il sogno di scoprire Rio de Janeiro. Dopo la visita al Cristo Redentore, guidati dal GPS, sono entrati per errore nella favela, storicamente in mano ai narcotrafficanti. Scambiati per poliziotti per una telecamerina montata sul casco i banditi hanno sparato contro Bardella che non si era fermato a un loro “alt”, uccidendolo sul colpo. Rino Polato si era invece fermato in tempo alzando le braccia ed è stato risparmiato. Probabilmente i narcos sono stati insospettiti dalle telecamere sui caschi, come ha confermato anche Fábio Cardoso, capo della polizia. I malviventi preoccupati hanno seppellito le prove, quindi caschi e telecamere, telefoni cellulari e macchine fotografiche, ripulito le moto dalle impronte.

Rino Polato ha saputo ieri mattina dell’arresto: «Ho saputo anch’io di questo arresto per l’omicidio di Roberto, mi ha informato la cronista di un mensile brasiliano, ma non so nulla di più. Per avere informazioni più certe ho contattato i funzionari dell’Interpol brasiliana, attendo sviluppi».

Rino potrebbe essere chiamato a indicare alcuni punti della favela utili alle indagini. Si cercano infatti ancora i caschi. Jesolo ha ricordato di recente, attraverso gli amici, la figura di Roberto Bardella cui è stato dedicato un torneo di golf, con una raccolta fondi da devolvere ai bambini della favelas perché possano crescere lontano dalla criminalità.

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