Oltre mille persone e commozione per l’addio a Barbara
SOTTOMARINA. La pioggia battente, caduta incessantemente per tutta la giornata, non è riuscita ad impedire che almeno un migliaio di persone si radunasse nella chiesa del Buon Pastore, a Sottomarina, per dare l’estremo saluto a Barbara Penzo. La trentenne chioggiotta, incinta di quattro mesi, ha perso la vita giovedì scorso sulla Romea dopo uno scontro tra la sua vettura ed un camion ungherese. Erano in tanti, i Salesiani, i colleghi del mercato ittico di papà Denis, le colleghe di lavoro di Mestre, dove prestava servizio alla casa di riposo “Antica Scuola dei Battuti”.
E ancora tanti carabinieri, colleghi del marito Andrea Tiozzo Tonon. Tra questi, oltre al comandante della stazione di Chioggia, capitano Francesco Barone, anche il comandante interregionale, generale di corpo d’armata Aldo Risone e il comandante della Legione Veneto, generale di brigata Giuseppe La Gala. Con loro molti amici e colleghi di Andrea che presta servizio a Pellestrina. Non tutti sono riusciti ad entrare in chiesa e molti sono rimasti fuori, nel sagrato, trovando riparo sotto il porticato. In chiesa non c’è un buco libero, la platea e anche la galleria sono stracolme. Ad officiare le esequie c’è il vescovo di Chioggia, monsignor Adriano Tessarollo, assieme a molti altri sacerdoti, tra i quali don Marino Callegari, direttore della Caritas diocesana, don Mario Pinton, don Vincenzo Tosello che l’aveva sposata a Sant’Andrea nel 2015 e naturalmente i preti salesiani con in primis, don Marco Favero. Perché Barbara era legata al mondo salesiano avendo frequentato da giovanissima il gruppo scout Agesci Chioggia 1. Il vescovo ha tracciato un parallelo quaresimale con la vita di Cristo, anch’egli morto poco più che trentenne, ma ha anche sottolineato lo strappo forte nei confronti della vita, degli affetti e di quei progetti che sono alla base dei pensieri di una donna così giovane che, tra l’altro, sarebbe tra poco diventata mamma. «In questi momenti», ha detto il vescovo, «è più facile tacere che non parlare, ma ci sono progetti più grandi di quelli terreni che sono i progetti di Dio».
Nella stessa omelia a ricordare più da vicino la figura di Barbara ci ha pensato don Marino Callegari, che l’aveva conosciuta da poco, alla Caritas, dove lei prestava servizio come volontaria. «Lo scoutismo», ha detto don Marino, «è la provenienza in cui Barbara aveva gettato le sue radici nella vita, l’impegno per lo studio e l’amore verso una professione che si occupa di chi sta ai margini della società. Di lei ricordo soprattutto la sua grande gentilezza e la sua capacità di relazionarsi con il prossimo, capace di vivere la sua vita per gli altri senza fare troppo rumore. Nessuna persona, mi diceva, è mai persa agli occhi di un buon cristiano» . Poi il ricordo degli amici, ma anche il saluto dell’ordine degli assistenti sociali del Veneto che l’ha ricordata come una persona stimata ed apprezzata. Infine la benedizione del feretro, prima dell’ultimo viaggio verso il cimitero, con il canto scout “Al cader della giornata” , per una persona speciale che come suo ultimo gesto d’amore ha donato le proprie cornee.
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