Ok dalle banche, può partire il recupero

I padiglioni liberati dalle ipoteche passeranno al Comune che deciderà cosa farne. Carli (Dng): «Sono felice per la città»
Di Mitia Chiarin

Ex Umberto I, siamo alla svolta. A tre giorni dalla fine dell’anno arriva l’annuncio: tutti e sei i grandi gruppi bancari che hanno sostenuto l’operazione della trentina Dng hanno messo nero su bianco, dopo le decisioni dei rispettivi consigli di amministrazione, il via libera alla liberazione dalle ipoteche dei padiglioni dell’ex ospedale che da privati diventeranno pubblici. Anche Monte dei Paschi di Siena, impegnata in una mega ricapitalizzazione che chiama in causa Europa e governo Gentiloni, ha trovato il tempo di deliberare. Ed ora tutte e sei le lettere delle banche sono in arrivo a Ca’ Farsetti.

L’annuncio dell’arrivo delle lettere delle banche è stata comunicata ieri dalla Dng agli uffici del Comune di Venezia. I termini fissati da Ca’ Farsetti, con la scadenza della proroga al 31 dicembre, sono stati, quindi, rispettati. Questo significa che il Comune potrà nei prossimi mesi acquisire i padiglioni dell’ex ospedale di Mestre ad uso pubblico, contando anche su una procedura che consentirà con la firma presso il notaio di non pagare 2 milioni di euro di Iva ma di versare solo 2-300 euro di spese per il rogito per l’acquisizione degli immobili. Il Comune è chiamato a deliberare l’acquisizione dei padiglioni Pozzan, Cecchini, De Zottis, ex ufficio Cup di via Ospedale e la vecchia chiesetta dell’ex nosocomio ( e questo potrebbe avvenire già oggi con l’ultima giunta di fine anno) ma anche ratificare le nuove funzioni previste nell’area andando a modificare la convenzione in essere. Questo prevedeva la proroga siglata lo scorso giugno tra Comune e Dng e che ora l’amministrazione comunale deve in fretta tramutare in realtà.

Perché la svolta di ieri apre la strada alla realizzazione dell’albergo e del distretto commerciale, modificando i valori urbanistici del progetto iniziale, e consente, si spera, entro il 2017 la valorizzazione dell’area. Da mesi la Dgn di Marcello Carli ha avviato una trattativa con una cordata di imprenditori italiani interessata ad acquisire l’area.

«Sono felice di questa svolta positiva. La soddisfazione è quella di aver ottemperato alle richieste del Comune, dopo essermi personalmente impegnato, e di vedere avviato un processo che consentirà una ricucitura del tessuto del centro di Mestre con la valorizzazione dell’ex Umberto I. Questo per il bene della città, ma anche per quello della nostra società», fa sapere da Trento il presidente della Dng.

Con la formalizzazione nella convenzione di quanto previsto nella variante al progetto originario, che prevede per le torri dell’ex Umberto I, destinazioni diverse rispetto al primo progetto, con meno residenza e l’introduzione della funzione ricettiva e l’aumento dello spazio commerciale, la trattativa con i possibili compratori si fa più solida, evidentemente. Nel frattempo la Dng avvierà la ristrutturazione del debito siglando una intesa con le banche creditrici, quelle che hanno finanziato in gran parte l’acquisto otto anni fa dei terreni dell’ex ospedale. Operazione da 52 milioni di euro che è stata un affare per l’Asl 12, impegnata a costruire il nuovo ospedale dell’Angelo. Ma i valori altissimi di vendita hanno finito con il condizionare il progetto di costruzione che dopo le demolizioni non è mai decollato, trasformando l’area in un grande “buco nero”, che ha contribuito a desertificare parte del centro di Mestre e che da anni è fonte di degrado a cui il Comune, oltre ai privati, ha cercato di sopperire, non senza difficoltà.

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