«Ogni anno 50 milioni alle banche la Regione li usi per il tornado»

Marco Paccagnella, presidente di Federcontribuenti, visita alcune aziende danneggiate a Dolo «Zaia apra un contenzioso con il gruppo finanziario irlandese. Ricostruiamo le imprese, poi le ville»

DOLO. «Per trovare i soldi per aiutare le popolazioni colpite dal tornado, la Regione si liberi dei contratti capestro che ha con le banche da anni. C’è il rischio che la finanza creativa a cui si è legata faccia gli stessi danni del tornado che ha colpito Mira, Dolo e Pianiga. Va detto poi che la ricostruzione delle aziende deve avere la precedenza sulle ville. Le aziende portano lavoro le ville no».

A dirlo ieri è stato Marco Paccagnella presidente di Federcontribuenti arrivato in Riviera del Brenta per un giro nelle aziende distrutte delle famiglie Gallo e Stocco, in via Tito. Con gli attivisti dell’associazione c’era un gruppo di politici locali: il senatore Federico D’Incà, del Movimento 5 stelle, la senatrice Emanuela Munerato (lista Tosi), la deputata Arianna Spessotto sempre del Movimento 5 Stelle, e il consigliere regionale del Pd, Bruno Pigozzo. Paccagnella, che ha subìto danni per un tornado a Rubano (Pd), ha spiegato come sia alto il rischio che alla fine i fondi stanziati siano risibili. «Facciamo», ha detto, «una proposta concreta: ci sono 50 milioni di euro ogni anno che anziché andare ad aiutare le popolazioni colpite da eventi climatici, finiscono dalle tasche delle banche. All’epoca della presidenza Galan, vice presidente Zaia, la Regione si è legata un cappio al collo, leggi gruppo finanziario irlandese che costa ogni anno quanto il valore di palazzo Balbi. La situazione è seria. Lo scenario ci dice che dal 2006 ad oggi sono andati in fumo tra i 50 e i 100 milioni di euro e altrettanti saranno mangiati dalla voracità della banca irlandese che ha sottoscritto la scommessa finanziaria con la Regione, fino alla fine del contratto tra 21 anni. Di fatto l’amministrazione Galan-Zaia ha ipotecato i bilanci regionali per le prossime quattro legislature».

Un modo per uscirne per Federcontribuenti c’è. «In giro per l'Italia», ha detto Paccagnella, «ci sono Province e Regioni entrate in situazioni debitorie gravi che hanno iniziato un'azione di uscita o di ricontrattazione degli strumenti finanziari. Intervenire è doveroso con un contenzioso con le banche, attraverso una class action che coinvolga tutti gli enti pubblici che si trovano nelle stesse condizioni della Regione Veneto».

Gli imprenditori danneggiati dal tornado si sono lamentati di «questo circo mediatico che altro non è che una passerella per i politici. I quali, d’ora in poi, si devono far vedere solo se portano qui risultati concreti, non chiacchiere».

Alessandro Abbadir

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