Oggi l'addio al tenente Bucci
Ieri l'arrivo della salma e la camera ardente alla «Matter»

La moglie davanti alla bara
DOLO.
Saranno celebrati oggi, alle 10.30 nella chiesa di Sant'Ambrogio a Sambruson di Dolo, da don Amelio Brusegan e da don Giorgio, cappellano militare del Reggimento lagunari Serenissima, i funerali del tenente Riccardo Bucci morto a 34anni in un incidente stradale a Herat in Afghanistan mentre rientrava da una «missione di collegamento» su un mezzo blindato Lince. Il giovane ufficiale, originario di Milano ma residente a Dolo in via Levorato 5, lascia la moglie Roberta Nicora e la figlia Clelia, di soli tredici mesi. Ad accogliere la salma di Riccardo Bucci, arrivata ieri alle 17 all'aeroporto «Marco Polo» di Tessera dopo lo scalo tecnico di Pratica di Mare a Pomezia (Roma) dove il corpo è stato sottoposto all'esame autoptico, la moglie con la sorella di Riccardo, Barbara, e i genitori Clara e Antonio, giunti da Milano nella giornata di sabato. Il feretro è stato accolto da un picchetto d'onore composto da 30 uomini alla presenza del colonnello Giovanbattista D'Alessio, comandante del reggimento Lagunari Serenissima, del generale Roberto Bernardini, comandante del primo comando delle forze operative di difesa e dal generale Maurizio Boni, comandante della brigata di cavalleria Pozzuolo del Friuli, della quale fa parte il reggimento Lagunari. Subito dopo le spoglie sono state trasferite alla caserma Edmondo Matter di Mestre dove è stata allestita la camera ardente. Centinaia le persone, tra amici, parenti e commilitoni, che hanno voluto portare l'ultimo saluto terreno al tenente del Reggimento lagunari «Serenissima» Riccardo Bucci e rappresentare la solidarietà e la vicinanza alla moglie Roberta. Assieme al tenente sono tornati in Italia anche i due soldati, il caporalmaggiore scelto Mario Frasca, 32 anni originario di Foggia ma dal 2005 residente a Verona, e il caporalmaggiore Massimo Di Legge, 28 anni nato ad Aprilia in provincia di Latina, che hanno perso la vita nel tragico incidente stradale provocato da una sterzata improvvisa del mezzo blindato. Sono così 45, dal 2004, le vittime italiane della missione Isaf.
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