Oggi il “presidente” darà la sua versione davanti al magistrato

L’arma del delitto trovata in un secchio della spazzatura poco più grande di un temperino, ma ha colpito la giugulare
Di Giorgio Cecchetti

Oggi, intorno a mezzogiorno, Silvano Maritan avrà la possibilità di fornire la sua versione dei fatti. Il giudice Roberta Marchiori, infatti, si recherà nel carcere di Santa Maria Maggiore, dove l’ex boss del Veneto Orientale è rinchiuso, per l’interrogatorio di garanzia. Ci saranno i suoi difensori, gli avvocati Giovanni Belsito e Giovanni Gentili e ci sarà anche la pubblico ministero Francesca Crupi, che ha chiesto al magistrato di firmare un’ordinanza di custodia cautelare per omicidio volontario aggravato dai futili motivi.

Intanto, la rappresentante della Procura darà l’incarico per l’autopsia sul corpo di Alessandro Lovisetto domani mattina ai medici legale mestrini Silvano Zancaner e Cristina Mazzarolo, che la eseguiranno nel pomeriggio. All’esame autopstico potrà presenziare anche il consulente tecnico nominato dalla difesa, il medico legale trevigiano Ilar Brauner. Per ora non è noto se i familiari della vittima abbiano deciso di costituirsi parte civile e di conseguenza di nominare un loro perito. Potranno farlo anche nei prossimi giorni. Intanto sono al lavoro i carabinieri del Ris nei loro laboratori di Parma, dove sono stati inviati sia il coltello usato per uccidere Lovisetto, sia i capi d’abbigliamento sporchi di sangue che indossava l’arrestato. Con l’autopsia, i medici legali stabiliranno con quanto fendenti è stato colpito Lovisetto e quale è stata la coltellata mortale, i tecnici del Ris stabiliranno con i loro esami a chi appartiene il sangue sulla lama del coltello e sui vestiti. I carabinieri di San Donà, comunque, hanno già raccolto le testimonianze di due giovani che hanno assistito alla lite tra i due. Hanno raccontato che è stato Lovisetto ad andare verso Maritan, dopo che quest’ultimo aveva discusso animatamente con la sua ex, ora convivente di Lovisetto.

I due avrebbero alzato la voce e dopo qualche spintone, la vittima avrebbe tirato due pugni all’arrestato, che è caduto a terra. Rialzandosi avrebbe estratto il coltello che aveva in tasca e avrebbe sferrato due fendenti, uno dei quali mortale alla gola. Il coltello è stato ritrovato poco distante, in una secchio della spazzatura ancora sporco di sangue. Non si tratta di un coltello a scatto, sarebbe poco più grande di un temperino e si sarebbe trasformato in un’arma mortale, perché Maritan avrebbe colpito la giugulare.

Maritan, che aveva già scontato la sua ultima pena era in regime di sorveglianza speciale, decisa lo scorso anno dal Tribunale di Venezia poco prima che uscisse dal carcere. Da qualche mese l’ex boss insisteva con la sua ex, sostenendo che lei gli doveva almeno ottomila euro. Un credito che già nel luglio scorso, quando era ancora in libertà vigilata, aveva tentato di riscuotere suonando alla sua ex, la quale aveva raccontato di essere stato minacciata con un coltello, presumibilmente lo stesso con il quale Lovisetto è stato ucciso. Maritan sostiene di non aver voluto uccidere e di aver cercato di difendersi dall’aggressione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia