Oggetti smarriti un boom di ragazzi all’asta tecnologica

Folla in via Flaminia per aggiudicarsi macchine fotografiche, smartphone, iPad e playstation. Oggi si replica con i gioielli
Di Marta Artico
GIORNALISTA: Baschieri AGENZIA FOTO: Candussi LUOGO: Casa aste, via Flaminia, Mestre DESCRIZIONE: asta di oggetti smarriti nel comune di Venezia
GIORNALISTA: Baschieri AGENZIA FOTO: Candussi LUOGO: Casa aste, via Flaminia, Mestre DESCRIZIONE: asta di oggetti smarriti nel comune di Venezia

MESTRE. C’è chi si è portato a casa un set di macchine fotografiche per 50 euro, chi uno smartphone, una videocamera di ultima generazione, un iPad o una playstation. Un’asta tecnologica e per questo super affollata quella che si è svolta ieri pomeriggio in via Flaminia 8, nella sede dell'Istituto vendite giudiziarie, cui si accede da una stradina che dopo pranzo era tappezzata di auto parcheggiate. All’asta sono andati oggetti in capo al Comune, dimenticati e perduti, catalogati, raggruppati e poi messi in vendita: una quantità di materiale consistente, divisa per lotti, che gli avventori avevano potuto visionare online o vedere da vicino lunedì e martedì.

Entrando, si aveva l’impressione di stare in un magazzino molto fornito. Tanta era la curiosità che all’asta si sono presentate quasi 200 persone, neofiti ed esperti, molti dei quali giovani a caccia di un’offerta. Perché se c’è chi, nonostante la crisi che non demorde, è disposto a stare in coda la notte per comperare l’ultimo modello di iPhone e sborsare 700-800 euro, c’è anche chi risparmia. Specialmente se gli oggetti sono in buono stato, recenti, dimenticati o perduti chissà per qual motivo in luoghi o mezzi pubblici.

E ieri c’era davvero di tutto: e-book, tablet, pc portatili di ogni marca e modello, cavalletti, macchine fotografiche digitali, videocamere, binocoli, radio e tantissimi cellulari dalle diverse prestazioni e funzioni. Tra la folla con in mano il depliant con l’indicazione del numero identificativo, della descrizione della merce e del prezzo di partenza, c’erano pensionati, lavoratori, appassionati di fotografia, ma anche molti ragazzi, attirati dai tanti telefonini e da tutto il materiale tecnologico a disposizione, che si poteva portare a casa per poche decine di euro.

Certo, i più esperti facevano due conti su cosa valeva comprare e cosa no, su quanto aggiungere al prezzo iniziale e a quello strappato da chi se l’era aggiudicato con un’alzata di mano. «Queste macchine fotografiche sono buone», spiega un signore, «ma manca la batteria, quindi al loro prezzo bisogna aggiungere la spesa per comprarle».

Qualche cellulare vecchio non ha riscosso gran successo, ma alcuni smartphone sono stati contesi dai presenti. Tra il materiale in mostra anche molte valige e trolley, occhiali da sole, stampanti, persino quadri. C’è chi della merce aveva scattato le foto e le sfogliava una a una con il pollice nella gallery del cellulare durante l’attesa, chi si sporgeva tra la gente e cercava di guadagnare la prima fila per dare un’occhiata da vicino al materiale. Una volta aggiudicato il pezzo, pagamento in contanti, fino a 999 euro, o con un assegno. Il passo successivo era quello di recarsi nell’ufficio e farsi dare un numero con il quale successivamente, terminata l’asta, procedere al ritiro. Al microfono a presentare i pezzi e battere i prezzi, la titolare dell'istituto, Michela Marchiori, che ogni tanto chiedeva un po’ di silenzio. Oggi si replica: all’asta andranno oggetti d’oro e bigiotteria, leggi collane, anelli, collier, orecchini, anche questi perduti e dimenticati, più o meno di valore. E sicuramente oggi l’occhio per il pezzo “unico” che vale davvero la pena indossare, sarà più che mai necessario.

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