Offese scritte sul muro contro Bettin e Maggioni

Da alcuni giorni in viale San Marco vengono segnate con lo spray e cancellate L’assessore all’Ambiente: «Gli stessi che hanno imbrattato la targa sulle foibe»
Di Carlo Mion

Scritte ingiuriose contro gli assessori Gianfranco Bettin e Alessandro Maggioni sono comparse su un muro in viale San Marco all’altezza della chiesa di San Giuseppe. Con una frase scritta in rima baciata i due sono invitati ad andarsene. La scritta comparsa tra lunedì e martedì è stata cancellata già ieri mattina. Scritta fatta sullo stesso luogo dove già in passato ne era comparsa una dello stesso tenore. Chi ha lasciato la frase l’ha poi autografata con una falce e martello, accanto ad una stella a cinque punte. Sull’accaduto indagano gli agenti della Digos.

La scritta potrebbe essere riconducibile alla presenza dei due assessori a un’assemblea pubblica di qualche settimana fa e che riguardava questioni di ambiente e lavori pubblici. Poco dopo era comparsa una prima scritta poi cancellata e ora una seconda, pure questa coperta con la tinta in breve tempo.

Contro Alessandro Maggioni è la prima scritta ingiuriosa, mentre Gianfranco Bettin è abituato anche se, va ricordato, non è mai piacevole. Rispetto ad altre volte e alle minacce ricevute in diverse circostanze, questa volta l’assessore all’ambiente e alle politiche giovanili è meno preoccupato e non vuole dare molto peso a quanto accaduto. «Deve essere riconducibile ad un’assemblea a cui abbiamo partecipato io e Alessandro qualche tempo fa. Stando alla firma si capisce che si tratta degli stessi personaggi che hanno imbrattato la targa che ricorda a Marghera le vittime delle foibe», spiega Bettin. «Le abbiamo già cancellate».

Anche gli investigatori della polizia stanno indirizzando le loro indagini su questo fronte. Del resto la firma è la stessa e i caratteri delle lettere sono simili alle scritte fatte sulla targa, che ricorda le vittime delle foibe. Scritte apparse a più riprese da quando è stato deciso, alcuni anni fa, di ricordare le vittime di quei massacri.

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