Offese e minacce ai vicini avvocato sotto processo
MESTRE. Sul banco degli imputati, ieri, davanti al giudice monocratico Sara Natto c’era il sessantenne avvocato mestrino Franco Bergamo: deve rispondere di atti persecutori nei confronti dei vicini di casa, a Carpenedo. Atti che avrebbero costretto addirittura alcuni di loro, in particolare due professionisti - un commercialista e un architetto - a cambiare aria, visto che non potevano certo ricevere i loro clienti negli studi costringendoli a passare in un cortile dove rischiavano di essere investiti da improperi e offese. Stando alle accuse riportate nel capo d’imputazione, l’avvocato, dal 2006 fino allo scorso anno, dunque per otto lunghi anni, con un intervallo di alcuni, avrebbe non solo ricoperto di contumelie i vicini indistintamente, ma li avrebbe addirittura minacciati di morte e avrebbe provocato in loro terrore e stress, tanto che appunto avevano deciso di lasciare gli immobili, nonostante si tratti di una delle zone residenziali di Mestre tra le più apprezzate, quella di via Vallon.
Ieri, hanno testimoniato proprio i vicini che avrebbero subito e denunciato le angherie del professionista. Soltanto una coppia ha deciso di costituirsi parte civile, mentre gli altri si sono presentati a riferire quello che è loro capitato ma hanno deciso di non nominare un avvocato e di conseguenza di rinunciare a chiedere risarcimenti. Hanno raccontato quello che hanno passato, le offese che l’avvocato urlava contro; una testimone, ad esempio, ha riferito che ogni volta che lo incontrava le urlava “pantegana”. Un altro ha spiegato che è stato anche minacciato pesantemente. Il professionista era in aula, difeso dall’avvocato Giuseppe Vio, e al termine delle testimonianze ha chiesto di parlare e il giudice gli ha dato la parola, visto che l’imputato può rilasciare dichiarazioni in qualsiasi momento del processo. «Io vorrei capire...» ha cominciato, ma la giudice Natto lo ha subito interrotto, spiegandogli che l’unica a dover capire è il giudice che alla fine deve emettere la sentenza. Inoltre gli ha spiegato che non poteva certo porre quesiti a qualcuno e gli ha tolto la parola. L’avvocato Bergamo sostiene di non aver mai compiuto atti vandalici e ha negato di aver lanciato minacce. Sostiene di aver alzato la voce perché i vicini avrebbero fatto sparire alcuni cuccioli di gatto ai quali lui teneva particolarmente, ma di questo non ci sono le prove.
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