Odori molesti al camposanto ma mancano i soldi
Infiltrazioni dai loculi del complesso multipiano all’ingresso vecchio del cimitero di Chirignago. La segnalazione arriva da alcuni “dolenti” (così vengono chiamati i visitatori dei cimiteri nel linguaggio burocratico, ndr) preoccupati per il cattivo odore, acre e penetrante di acqua marcia, percepito quasi costantemente in tre corridoi del blocco di loculi, in corrispondenza di pozzanghere, anche quando non piove, che vanno a formarsi con la fuoriuscita di liquido da lacune lapidi.
Il problema è stato più volte segnalato a Veritas, che per il Comune gestisce tutti i campisanti e che ha provveduto a verificare la natura del fenomeno. I familiari dei defunti temevano potesse esserci qualche problema con la sigillatura dei loculi, suggerita dal persistente cattivo odore che si respira e dall’ossidazione di elementi metallici posti sulle lapidi.
Una evenienza che però Veritas, e i tecnici del Comune, hanno escluso categoricamente. Più semplicemente dovrebbe trattarsi di infiltrazioni d’acqua dall’esterno, per l’usura delle guaine impermeabili.
«Quel blocco di loculi è il primo realizzato in multipiano», spiegano dall’ufficio tecnico comunale , «ha 33 anni, e non è escluso che alcune guaine abbiano bisogno di essere sostituite». Veritas precisa: «Siamo al corrente del problema da una decina d’anni », dice l’ufficio stampa, «ma ad oggi non ci sono risorse per intervenire». Sì, perché se è vero che a Veritas compete ogni tipo di manutenzione dei cimiteri («e quello di Chirignago», dice il gruppo dei dolenti, «è mantenuto in modo molto decoroso e pulito») è altrettanto vero che le spese spettano al Comune, che negli ultimi dieci anni non è stato in grado di reperire qualche migliaio di euro per interventi tampone.
«Possiamo intervenire urgentemente solo per pericolo grave, come il crollo di un elemento strutturale», precisano dall’ufficio tecnico, «altrimenti ogni intervento straordinario comporta di volta in volta una valutazione puntuale di tempi e costi di realizzazione». Resta quindi il disagio per i visitatori che hanno i propri cari in quell’ala del camposanto, con il timore che si fa quasi certezza di dover sopportare ancora per molto.
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