Odissea fra ospedali con una spina in gola
JESOLO. Spina di pesce conficcata in gola, trentenne di Jesolo affronta un’odissea fra i tre ospedali per toglierla. J.S. stava mangiando, giovedì a pranzo, un’orata in un ristorante di Jesolo assieme al suo principale e la consorte. Mentre stava mangiando, ha sentito la spina pungere all’interno, tra faringe e trachea. Il datore di lavoro, Paolo Vanin, si è preso in carico la situazione di apparente emergenza assieme alla moglie.
«Ci siamo rivolti al Pronto soccorso di Jesolo», racconta, «che ci ha indirizzati al reparto di Otorino di San Donà che aveva la strumentazione adeguata, ovvero una pinza di circa 18 centimetri. Abbiamo telefonato al reparto di San Donà. Erano le 14,23 e dal reparto di San Donà ci è stato detto che era troppo tardi perché alle 15 avrebbero chiuso. La battuta è stata che “neppure con una Ferrari saremmo arrivati in tempo”, nonostante avessimo chiesto almeno di aspettarci qualche minuto in più. Allora siamo andati a Portogruaro in auto, dove tutto è stato risolto per il meglio, non senza imbarazzo per come eravamo stati liquidati a San Donà. Abbiamo intenzione di presentare una denuncia in merito a quanto accaduto».
L’Asl 10 ha effettuato tutti i controlli in merito all'episodio: «Alle 15 il reparto di Otorino a San Donà è effettivamente chiuso», spiegano, «mentre il reparto resta aperto all’ospedale di Portogruaro per la reperibilità garantita. Non era comunque una situazione di emergenza, che avrebbe risolto il Pronto soccorso con i trasporti, quindi, in casi come questo che non risultano urgenti, il paziente viene indirizzato dove esiste la reperibilità, ovvero a Portogruaro in questo caso, nel pieno rispetto del protocollo operativo». (g.ca.)
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