Odio razziale, sgominata la baby gang
di Carlo Mion
Il capo ha 17 anni, ed è il più grande e grosso. Il 14enne per la polizia è quello dei tre arrestati con il carattere più da duro, mentre il maggiorenne (Domenico Zammattio Casalino, 18 anni) al commissariato di Marghera lo conoscono bene per le numerose denunce che ha rimediato per maltrattamenti in famiglia. Ieri mattina i tre, tutti di Marghera, sono stati arrestati dagli agenti della Squadra Mobile, con l’accusa di rapina, minacce, lesioni con l’aggravante dell’odio e della discriminazione razziale. Stessi reati contestatati, a vario titolo, ad altri nove minorenni, tra cui un ragazzino di 13 anni. Sono i dodici appartenenti alla baby gang che da mesi stanno terrorizzando dei loro coetanei di Mestre, ma soprattutto un gruppo di bengalesi che gestisce alcuni negozi di alimentari in via Beccaria. In carcere è finito il 17enne, mentre gli altri due sono ai domiciliari.
«La banda era particolarmente pericolosa perché era solita aggredire, spesso in pieno giorno, le vittime e compiere danneggiamenti avvalendosi della forza del “branco”. In particolare quando picchiavano o rapinavano i cittadini bengalesi, considerandoli più deboli , facevano esplicito riferimento al fatto che si trattava di stranieri, che avevano la pelle scura facendo loro capire che li consideravano esseri inferiori, da qui la contestazione del grave reato di discriminazione e odio razziale - spiega Angela Lauretta, dirigente della Squadra Mobile di Venezia -. Non abbiamo elementi per dire che c’era premeditazione negli episodi, ma di sicuro avevano come obiettivo principale il gruppo di stranieri. Le nostre indagini sono iniziate a novembre dopo una rapina e la denuncia dei bengalesi. Ora stiamo valutando la posizione degli altri nove ragazzi. Infatti nell’ordinanza che ha portato in carcere il diciasettenne e ai domiciliari gli altri due, riguarda sei episodi per i quali abbiamo dimostrato la responsabilità dei tre, ora bisogna capire in che misura hanno partecipato gli altri. Ma soprattutto stiamo valutando altri episodi avvenuti sia a Marghera che a Mestre».
Alle indagini hanno partecipato sia gli uomini del Commissariato di Marghera che i loro colleghi di Mestre e della sezione volanti.
Questi i sei episodi contestati ai tre e a vario titolo agli altri nove: il 14 novembre in piazza Barche a Mestre, due cingalesi vengono bloccati e picchiati, mentre passano con la bicicletta che viene spaccata; il giorno dopo aggressione simile ad altri due bengalesi, uno dei due riporta ferite gravi al volto, questa volta in via Beccaria a Marghera; il 25 di novembre l’aggressione a due bengalesi avviene in via Rinascita, entrambi vengono picchiati con bottiglie e bastoni e a uno dei due viene rapinata la bicicletta; episodio analogo l’indomani, sempre in via della Rinascita e sempre nel mirino due bengalesi che vengono minacciati di morte; il 13 di dicembre in una decina entrano nel negozio gestito dai bengalesi in via della Rinascita e dopo aver preso diversi generi alimentari escono aggredendo il dipendente dello stesso; il 2 gennaio è la volta di un altro bengalese picchiato a bastonate davanti a Panorama.
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