«Oche in Valle Zignago dopo un volo di 10 mila km»
Caorle. L'ornitologo Panzarin spiega l'eccezionale migrazione di ottomila capi dalla glaciale Siberia

Un gruppo di oche siberiane posatesi a Caorle
CAORLE.
Eccezionale migrazione di oche russe tra cui alcune specie rarissime che hanno preferito l'Italia, la Valle Zignago di Caorle, alle zone dell'Europa centrale dove generalmente svernano. Ieri mattina i rilevamenti coordinati dall'assessore Giuseppe Canali, della Polizia Provinciale e dei tecnici dell'Ufficio Caccia hanno contato circa 8 mila capi e un centinaio di altri esemplari protetti. «E' la migrazione più consistente di questi volatili mai registrata in Provincia di Venezia, superiore anche alle circa seimila oche segnalate ad inizio 2003, e l'eccezionalità dell'evento è dovuta all'inverno particolarmente rigido che si sta registrando in Siberia, luogo di provenienza di questi uccelli - spiega l'ornitologo Lucio Panzarin, consulente della Provincia che ha curato i rilevamenti - Insieme a oche lombardelle (Anser albifrons), la stragrande maggioranza, e a qualche centinaio di oche granaiole (Anser fabalis) e di oche selvatiche (Anser fabalis), è di particolare interesse la presenza di qualche esemplare di oca a faccia bianca (Branta leucopsis) considerata specie a forte rischio». Le oche per arrivare fin qui hanno percorso un viaggio molto lungo. «Alcuni di questi uccelli hanno volato per quasi 10mila chilometri per svernare - aggiunge Panzarin - le oche nei prossimi giorni si sparpaglieranno sul territorio in cerca di cibo e alla fine di marzo faranno ritorno in Siberia dove si riprodurranno».
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