Ecco come gli stormi di oche hanno distrutto in poche ore centinaia di ettari di grano
Le foto diffuse da Coldiretti immortalano la situazione delle coltivazioni a Marango di Caorle: da un giorno all’altro, le colture sono state devastate. Pegoraro (agricoltori di Portogruaro): «Danni gravissimi che nessuno risarcisce»
![Nella foto sopra, gli stormi di oche nel campo il 6 febbraio. Sotto il campo fotografato il 7 febbraio](https://images.nuovavenezia.it/view/acePublic/alias/contentid/1h5wjvxn5417dlwqu8z/0/matik-71-png.webp?f=16%3A9&w=840)
La situazione agricola nel Veneto orientale sta diventando insostenibile: centinaia di ettari coltivati a grano nella località di Marango di Caorle sono stati letteralmente spazzati via, strappati e mangiati da stormi di oche. Questo fenomeno, già preoccupante in passato, sta raggiungendo livelli critici, con gravi conseguenze per gli agricoltori della zona.
«Di anno in anno vediamo aumentare a dismisura le popolazioni di oche sui campi coltivati, creando danni gravissimi che purtroppo nessuno risarcisce. Le assicurazioni non coprono i danni, in quanto i terreni si trovano in aree protette, lasciando gli agricoltori in una situazione di totale abbandono», Andrea Pegoraro, presidente di Coldiretti Portogruaro, «Infatti quando il passaggio delle oche avviene in un momento di umidità e pioggia, i germogli sono più facilmente estraibili dalla radice».
La condizione è ulteriormente aggravata dalla crescente invasione di caprioli che, insieme alle oche, danneggiano le coltivazioni. Questi animali, una volta migratori, sembrano ora aver trovato nel nostro territorio un habitat stabile, agendo indisturbati e senza timore della presenza umana. «In passato, le oche migravano dal Nord Europa verso le nostre coste in determinati periodi dell'anno, ma ora si sono stabilizzate, provocando danni ripetuti e insostenibili», continua Pegoraro.
L'impatto economico di questa situazione è devastante per gli agricoltori locali, che si trovano a dover affrontare perdite significative senza alcun supporto. «Non possiamo più tollerare questa situazione. È necessario un intervento urgente da parte delle istituzioni per trovare soluzioni che possano garantire la salvaguardia delle coltivazioni e del lavoro dei nostri agricoltori», afferma Tiziana Favaretto, presidente di Coldiretti Venezia.
Coldiretti invita le autorità competenti a prendere in considerazione misure di gestione della fauna selvatica al fine di proteggere non solo le coltivazioni, ma anche l'economia agricola locale.
«La situazione attuale richiede un'azione tempestiva», ribadisce Tiziana Favaretto, «Le oche e i caprioli fanno parte delle specie protette, quindi è necessario trovare un nuovo protocollo che preveda azioni possibili di contenimento, con l’auspicio che si prevedano altresì dei risarcimenti agli agricoltori che meritano di essere supportati e protetti nella loro attività».
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