Occupazioni e sfratti, l’allarme continua
Casa, una emergenza continua. Anche venerdì due episodi hanno dimostrato che urgono interventi immediati. Giovedì sera al rione Pertini, in via Camporese, è stata segnalata dai residenti un’altra occupazione. Un alloggio Ater, al civico 1, lasciato vuoto dall’inquilina deceduta, è stato occupato. Tempo qualche settimana e la casa da ieri è la residenza abusiva di una donna con tre figli, minorenni.
I residenti della zona hanno subito segnalato il caso a Giorgio Rocelli del comitato cittadino che a fine marzo aveva lanciato prima una assemblea e poi una manifestazione in piazza per denunciare i problemi del quartiere. «Ci risulta che anche un tecnico di Ater, intervenuto, sia stato allontanato in malo modo. Visto che le occupazioni ora si sono spostate dalle case di Insula, una decina murate per prevenzione, a quelle di Ater, contiamo la prossima settimana di organizzare una nuova protesta e siamo in attesa di una convocazione in commissione Casa per un dialogo con l’assessore e vicesindaco Luciana Colle. Occorre agire in fretta», avverte Rocelli. E infatti ieri nel quartiere sono tornati i manifesti che annunciano una prossima manifestazione al Pertini. E sabato mattina al Pertini è arrivato per un sopralluogo con Rocelli anche il capogruppo del Partito Democratico, Andrea Ferrazzi, che ha voluto vedere da vicino la situazione nel quartiere. «Risultano almeno una cinquantina di alloggi occupati al rione Pertini. Serve quindi una azione concertata per intervenire al meglio su questi problemi. Con la vicesindaco Colle», spiega il politico mestrino, «avevamo deciso di ritrovarci per una nuova audizione della commissione Casa in Comune entro il 15 maggio assieme ad Ater e forze dell’ordine. Convocazione che a questo punto diventa una assoluta urgenza». Sempre dal Pertini arriva la richiesta di aiuto al Comune da una coppia di disabili, la famiglia Capitanio che vive in un alloggio comunale con problemi di manutenzioni non eseguite.
E venerdì l’ufficiale giudiziario si è presentato al quartiere Bissuola per eseguire lo sfratto di Debora P. madre di due ragazze e di un bambino di sei anni con disabilità. La famiglia, spiega Matelda Bottoni dell’Unione inquilini di Venezia che ha seguito il caso, «ha trovato ospitalità da parenti in via transitoria ma ora sono in sette persone a vivere in 45 metri quadri. Si tratta di una mamma separata con un lavoro che le consente di guadagnare non più di 300 euro al mese e al quale il marito non ha pagato gli alimenti per tanto tempo. Casi di morosità incolpevole che non trovano risposte. Ora stiamo cercando un nuovo alloggio a Mestre per questa famiglia», racconta la Bottoni.
In città si viaggia al ritmo di una decina di sfratti alla settimana, spesso rinviati ma nel caso di Bissuola alla fine si è arrivati all’esecuzione.
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