Occupazioni e sfratti, a Mestre l’emergenza continua
MESTRE. Casa, una emergenza continua. Anche ieri due episodi dimostrano che urgono interventi immediati. Giovedì sera al rione Pertini, in via Camporese, è stata segnalata dai residenti un’altra occupazione. Un alloggio Ater, al civico 1, lasciato vuoto dall’inquilina deceduta, è stato occupato. Tempo qualche settimana e la casa da ieri è la residenza abusiva di una donna con tre figli, minorenni.
I residenti della zona hanno subito segnalato il caso a Giorgio Rocelli del comitato cittadino che a fine marzo aveva lanciato prima una assemblea e poi una manifestazione in piazza per denunciare i problemi del quartiere. «Ci risulta che anche un tecnico di Ater, intervenuto, sia stato allontanato in malo modo. Visto che le occupazioni ora si sono spostate dalle case di Insula, una decina murate per prevenzione, a quelle di Ater, contiamo la prossima settimana di organizzare una nuova protesta e siamo in attesa di una convocazione in commissione Casa per un dialogo con l’assessore e vicesindaco Luciana Colle. Occorre agire in fretta», avverte Rocelli.
Nel frattempo ieri l’ufficiale giudiziario si è presentato al quartiere Bissuola dove è stato eseguito lo sfratto di Debora P. madre di due ragazze e di un bambino di sei anni con disabilità. La famiglia, spiega Matelda Bottoni dell’Unione inquilini che ha seguito il caso, «ha trovato ospitalità da parenti in via transitoria ma ora sono in sette persone a vivere in 45 metri quadri. Si tratta di una mamma separata con un lavoro che le consente di guadagnare non più di 300 euro al mese e al quale il marito non ha pagato gli alimenti per tanto tempo. Questa è una casistica che non trova aiuto neanche nelle misure sulla morosità incolpevole perché non si tiene conto dello stato di necessità di chi, dopo un divorzio, non ottiene gli alimenti. Ora stiamo cercando, non senza difficoltà, un nuovo alloggio», racconta la Bottoni. La vicenda di Bissuola conferma anche che sempre più casi di sfratti coinvolgono animali di compagnia.
La famiglia sfrattata a Bissuola, grazie al sindacato inquilini, ha trovato presso associazioni animaliste del Veneziano uno stallo temporaneo per il cane di famiglia di sei anni. Altrimenti l’ufficiale giudiziario lo avrebbe posto sotto la tutela dei veterinari inviandolo in canile. «Casi come questi sono in aumento», dice la Bottoni, «e noi assieme a varie associazioni della città metropolitana vogliamo proporre al Comune un accordo a tre per garantire stalli sicuri ad animali che non possono seguire i padroni negli alloggi di fortuna che vengono reperiti dopo uno sfratto. I casi si ripetono sia a Mestre che in centro storico dove seguiamo casi di persone che hanno lasciato i loro gatti soli per questo. Quindi cerchiamo di trovare una soluzione», concludono dall’Unione Inquilini.
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