Occupazione al Gramsci: «Piove dentro ed è sporco»
GAZZERA. L’ondata di occupazioni delle scuole della città ieri mattina ha fatto tappa all’istituto tecnico Gramsci alla Gazzera. Poco dopo le cinque del mattino è scattato il blitz di un gruppo di studenti che, probabilmente usando una finestra lasciata leggermente aperta, sono entrati nell’edificio, occupandolo a tutto gli effetti. Al suono della prima campanella molti studenti ha inforcato la bici e il motorino e sono tornati a casa, mentre molti altri hanno deciso di entrare, partecipando all’assemblea, mentre il Coordinamento degli studenti medi pubblicava sul profilo facebook: «Gramsci occupato! Studenti come un fiume in piena». Mentre i ragazzi erano riuniti in assemblea a tentare la mediazione sono stati prima il vicepreside Francesco Crosera, e poi, nel pomeriggio, il preside Bruno Di Francia, a capo della scuola della Gazzera da poche settimane, dopo la sospensione della precedente preside, Barbara Bertin, allontanata in via provvisoria dopo la condanna a 2 anni e 8 mesi per peculato, per aver usato per motivi personali l’auto di servizio, una Citroen, della scuola. Per tutto il pomeriggio c’è stata una mediazione per cercare di convincere i ragazzi a trasformare l’occupazione, almeno, in autogestione. Una scelta che tuttavia non vedeva d’accordo il preside, soprattutto perché il Gramsci è una scuola che tiene aperto anche il pomeriggio e la sera, e quindi - ha cercato di spiegare il preside ai ragazzi - non sarebbe stato giusto impedire a chi lavora e frequenta i corsi serali di assistere alle lezioni. In serata è stato trovato l’accordo con il preside per proseguire con l’autogestione, ma senza intralciare i corsi serali.
«L’occupazione è stata decisa da un gruppo di studenti senza il coinvolgimento dei rappresentanti d’istituto» spiegava ieri sera Angela, che è proprio una rappresentante degli studenti, «ma i motivi della protesta non sono infondati, per quello ci piacerebbe proseguire con l’autogestione». Cosa c’è che non va nella scuola? Basta prendere l’esempio della classe di Angela. «Dietro il mio banco c’è un secchio: serve a raccogliere l’acqua che cola dal tetto quando piove. In questa situazione non si può andare avanti, per questo vorremmo prenderci cura della nostra scuola, dipingere le aule e fare qualche lavoretto».
Oggi proseguirà l’autogestione con un’assemblea alle 9.30; alle 11 gli studenti inizieranno a dipingere le aule e a pulire. L’obiettivo è proseguire nei prossimi giorni, ma solo oggi sarà presa una decisione.
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