Obiezione dei medici Il Pd non fa retromarcia
«Nessun passo indietro sulla mozione votata in consiglio: ritengo che la legge 194/78 sia una ottima legge e che vada attuata al più presto in tutte le sue forme». Così Gabriele Scaramuzza, consigliere comunale del Pd, dopo le polemiche innescate dall’approvazione in Consiglio, lunedì, della mozione proposta dal collega Franco Conte e che tocca il tema dell’obiezione di coscienza per i medici, andando a tutelarli ma senza prendere in considerazione l’aborto. La Consulta delle donne ha richiesto il ritiro immediato del documento approvato in aula, con un fuoco incrociato su un argomento delicatissimo.
«Faremo il punto con il partito al più presto», aggiunge Scaramuzza, «credo che ne usciamo bene. È innegabile il diritto della donna di poter scegliere, ma anche quello del medico sull’obiezione. Se quest’ultima sarà ammessa, le regioni dovranno attivarsi per impedire che vi siano strutture in cui manchino del tutto medici non obiettori».
«Riteniamo che si debba garantire la piena applicazione della legge 194/78», interviene l’assessore Tiziana Agostini. «Rileviamo come ci sia un rischio di depotenziamento delle strutture ospedaliere del territorio e dei Consultori, dove si salvaguarda la salute e la sanità delle donne e della famiglia, si promuove una corretta informazione in materia sessuale e riproduttiva. Il diritto all’obiezione di coscienza è proprio di molte professioni, ma questo non può significare porre in secondo piano tutto quello che si accompagna al diritto alla maternità e alla paternità, intese come libera scelta. La mozione del Consiglio comunale va perciò letta e interpretata alla luce di un più ampio e articolato dibattito avvenuto nella stessa aula consiliare e sempre presente nella società a partire dalla sua componente femminile. Accanto alla libertà di coscienza deve essere tutelato il diritto a una maternità e paternità consapevole. Le strumentalizzazioni e le interpretazioni univoche non giovano a nessuno e soprattutto nuocciono alla costruzione di una civiltà più avanzata».
Dal coordinamento cittadino Pdl, Isabella Cimino osserva «ancora divisioni nella maggioranza in Comune. Tralasciando il giudizio di merito sulla 194, c'è una premessa da fare: il Comune non ha competenza in materia di leggi nazionali. Può il Comune di Venezia perdere tempo per temi su cui non ha competenza? Può la maggioranza che governa questa città affossarsi da sola, manifestando le sue divisioni interne su temi così marginali? La città avanza insieme ai suoi problemi, ma sembra che la maggioranza che la governa viaggi a un ritmo diverso, rischiando di non essere, ancora una volta, in linea con la cittadinanza».
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