Obbligo di firma per il consulente
PORTOGRUARO. Dovrà presentarsi tre volte la settimana nella caserma della Guardia di Finanza di Portogruaro, in via Cimetta 3 per assolvere alle restrizioni impostegli dalla magistratura. Il commercialista e consulente del lavoro portogruarese di 45 anni, coinvolto nello scandalo dei permessi di soggiorno, che ha portato all’arresto di due marocchini residenti a Portogruaro e Pramaggiore, è la figura chiave dell’inchiesta delle Fiamme Gialle, che sta proseguendo.
Il commercialista, che non può abbandonare il territorio di Portogruaro e che appunto per tre volte deve presentarsi alla sezione di polizia giudiziaria per l’obbligo di firma, finora non ha collaborato né con i finanzieri né con il pubblico ministero di Pordenone che coordina l’inchiesta, ovvero Federico Facchin. Restano in carcere le due menti del business dei permessi falsi, ovvero il 51enne di Pramaggiore e il 40enne di Portogruaro (entrambi di nazionalità marocchina) che grazie al consulente avevano creato una vera e propria fabbrica dei permessi di soggiorno.
Imprenditori soltanto sulla carta, facevano finta di assumere le persone che cercavano di rinnovare il permesso di soggiorno. Le buste paga e la documentazione reddituale (il Cud), fornite dal consulente e per il quale i finti lavoratori sborsavano almeno 200 euro a documento, servivano ai finti assunti per ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno attraverso la presentazione della relativa domanda all'Ufficio immigrazione di varie questure del Nord e Centro Italia. Le posizioni del centinaio di persone denunciate per aver ottenuto il permesso di soggiorno in maniera fraudolenta, restano delicate. Per loro l’espulsione è dietro l'angolo. Intanto il deputato della Lega Nord Emanuele Prataviera ha presentato sull’episodio un'interrogazione al ministro Alfano chiedendo un censimento dei permessi di soggiorno. (r.p.)
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