Oasi naturali da scoprire: una guida rivela i segreti
MESTRE. Sono state realizzate negli ultimi 15 anni per disinquinare i corsi d’acqua, ridurre il carico degli sversamenti e salvaguardare il territorio da fenomeni alluvionali: si tratta di golene, aree umide, fasce tampone e invasi di laminazione, diventati oggi oasi naturali ricche di vita dove uccelli in via di estinzione o che passavano nelle nostre zone per un pit-stop hanno ripreso a fermarsi stabilmente. Miracoli della natura ai quali il Consorzio di Bonifica Acque Risorgive dedica una guida, stampata in 10 mila copie, per farle conoscere tutte (sono 16). È il risultato del risanamento che si è concretizzato attraverso la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua, la ricostituzione della vegetazione e la creazione di fasce alberate lungo i collettori, corridoi ecologici ricchi di vita.
Tour. Si parte con l’area umida Comunetto, bacino di fitodepurazione in un’area compresa tra lo Scolo Tergolino e il Rio Serraglio, in comune di Mira. A frequentare questo sito l’airone Guardabuoi, specie che in passato veniva avvistata raramente in Veneto. A seguire, i bacini di scolo Comuna, nel tratto tra Borbiago e Oriago (ex Cave Cuccobello), dov’è stata avvistata la cicogna bianca; le cave di Gaggio Nord, Oasi Lipu, paradiso per gli uccelli e i trampolieri dove il Consorzio ha realizzato un imboschimento. Vengono poi le cave di Noale, area umida protetta, che ha visto la creazione di un nuovo stagno di quasi un ettaro. Nel canneto vive l’airone rosso, nel bosco la rana di Lataste e anche la testuggine palustre europea. Tra le aree segnalate ci sono le cave Villetta di Salzano e la golena Draganziolo a Trebaseleghe. Le golene del fiume Zero fanno parte di un più ampio progetto di riqualificazione che ha interessato gli ultimi 10 chilometri del corso d’acqua dal centro di Marcon alla confluenza con il fiume Dese e sono visitabili percorrendo la strada sterrata che inizia a Quarto, all’ingresso dell’impianto idrovoro Carmason: si può osservare il gheppio e molte specie di aironi.
Abbiamo poi la palude di Onara, nel comune padovano di Tombolo, lo scolo Pionca a Cazzago di Pianiga, il sito Nicolas all’interno di una zona arborea di 30 ettari realizzata nell'azienda Diana in comune di Mogliano. A Dese c’è la meravigliosa zona umida del Bosco di Franca nel polmone verde di Mestre raggiungibile da via Forte Cosenz e l’area umida del Bosco Ottolenghi. Infine la Fossa Pagana a Favaro, il lago Pojan a San Liberale dove vive il pesce savetta, il Rio Roviego a Noale.
Divulgazione. La guida, come hanno spiegato il direttore del Consorzio Carlo Bendoricchio, e il presidente Francesco Cazzaro, è nata per scopo divulgativo. Le schede all'interno spiegano l’evoluzione, descrivono gli animali che è possibile incontrare, le specie che si vedono più spesso di un tempo, come la volpe, quelle che non si pensa di trovare, come la cozza d’acqua dolce. Ci sono i numeri di telefono da chiamare per visitarle, gli enti da contattare per organizzare appuntamenti.
Efficacia. Nei corsi d’acqua del comprensorio del Consorzio oggetto di riqualificazione e disinquinamento, le riduzioni degli inquinanti sono rassicuranti: 60% di abbattimento dell'azoto e 80-90% del fosforo.
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