«Nutrie pericolose, sono 150 mila»
Allarme nutrie, nel Veneto Orientale hanno sfondato quota 150 mila esemplari. Mentre a Portegrandi compaiono i cartelli stradali che invitano a prestare attenzione per il transito dei roditori, che punteggiano con le loro carcasse la Ss 14, tra San Donà, Jesolo e Portogruaro, i cacciatori fremono per poter spianare le doppiette e procedere con l’abbattimento degli animali.
«L’ultimo incontro in Regione», dice Luciano Babbo, dell’ambito di caccia locale, «ha stabilito che si tonerà indietro al 2014, con la nutria che verrà considerata fauna selvatica e pertanto da abbattere. Potranno farlo i cacciatori e i soggetti autorizzati con regolare porto d’armi. Poi la Regione deciderà lo smaltimento, seppellendo le carcasse sotto terra o nell’inceneritore, quest’ultima operazione molto più costosa. Resta il fatto che non c’è tempo da perdere. Solo nel Veneto Orientale abbiamo oltre 150 mila esemplari e stanno aumentando. Sulla strada sono estremamente pericolose, in particolare gli esemplari da 11 o 12 chili che possono causare incidenti gravi, soprattutto nel caso dei motociclisti».
Se l’area tra Portegrandi e Caposile è tra le più infestate, anche in tutto il Sandonatese, Jesolano e Portogruarese i roditori sono proliferati a dismisura. «Le nutrie di questo passo saranno la carne del futuro», dice Beppino Bullegato, esperto di derattizzazione dagli anni ’70, «lo avevo detto nel lontano ’88, quando mi minacciarono di denuncia per la caccia alle nutrie ed ero sotto costante controllo delle guardie. Le gabbie risolvono l’1 per cento del problema, l’abbattimento è complesso. I veleni selezionati sono una soluzione, magari mescolati a mais o fette di mele nelle zone più infestate dove c’è il loro passaggio».
Insomma la campagna contro le nutrie è se come fosse cominciata. (g.ca.)
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