Nuovo stadio, una gara per la gestione: «Il nome lo decideremo insieme»

Il vicesindaco con delega allo Sport, Andrea Tomaello, parla della nuova struttura che si vuole inaugurare tra due anni: «Spazi riservati ai giovani, più che ai negozi»

Mitia Chiarin
Come dovrà apparire il futuro stadio di Venezia
Come dovrà apparire il futuro stadio di Venezia

 

Venti mesi di lavoro con cantieri al via da luglio. E la previsione dalla primavera del 2027 di vederlo aperto a tifosi e squadre. Si entra nel vivo della costruzione del nuovo stadio a Tessera. Ma ci sono tanti aspetti ancora da definire. Ne parliamo con il vicesindaco con delega allo sport Andrea Tomaello.

Tomaello, avete già deciso il nuovo nome per lo stadio?

«No, la discussione è ancora prematura. E poi la tendenza attuale per i nuovi impianti è quella del Naming Rights. Tutti i nuovi stadi hanno un nome legato agli sponsor. Dall’Allianz arena al Blue Energy, prima Dacia. Legato a questioni economiche, di sponsorizzazioni importanti. L’andazzo generale è questo».

Gestione degli impianti: a che punto siamo.

«La gara è in corso secondo le regole fissate dal nuovo Codice degli appalti. Che prevede due fasi. La prima fase si sta concludendo. Sono arrivate, come noto, tre offerte: della Reyer per l’Arena, dal Venezia Fc per lo stadio e da Fenice e Basket Mestre, riunite in Ati, per il palazzetto di via del Granturco. Le domande di gestione sono state presentate con una corposa documentazione che comprende piano di gestione, piano di manutenzione, piano economico finanziario e di interventi. Le manutenzioni dei tre impianti, ricordo, sono a carico dei concessionari. In questo momento siamo nella fase di dialogo tra la commissione nominata dal Comune (composta da tre elementi) e le società. Sono state chieste integrazioni e alla fine decreteranno l’ammissione o meno alla seconda fase».

E allora cosa succede?

«Se si chiede gestione di meno di 9 anni basta un atto della giunta. Ma tutte le società chiedono la gestione per più di 9 anni e di conseguenza serve il passaggio in consiglio comunale per sancire l’interesse pubblico dei tre impianti con il voto. Una volta finito il percorso in consiglio, scatta la fase due: si torna sul mercato con un bando per valutare eventuali proposte migliorative e si fa confronto. Se non ci sono proposte migliori, si assegna. Si spera di portare il tutto a termine dopo l’estate prossima».

L'imprenditore veneziano Marco Zennaro, rilasciato il 12 marzo 2022. In foto insieme al vicesindaco di Venezia Andrea Tomaello e alla presidente del consiglio comunale Ermelinda Damiano prima della partita Italia-Scozia all’Olimpico (foto dalla pagina Fb di Tomaello).
L'imprenditore veneziano Marco Zennaro, rilasciato il 12 marzo 2022. In foto insieme al vicesindaco di Venezia Andrea Tomaello e alla presidente del consiglio comunale Ermelinda Damiano prima della partita Italia-Scozia all’Olimpico (foto dalla pagina Fb di Tomaello).

Il primo impianto pronto a breve è il palazzetto da mille posti in via del Granturco.

«Esatto. Pensiamo di ultimare i lavori entro novembre o massimo fine anno. E serve dare il tempo alle società per allestire spogliatoi e impianti. Sicuramente tutti apporteranno migliorie. Anche se noi i dettagli li conosceremo solo quando le proposte arriveranno in consiglio comunale. Noi gli impianti li consegniamo non al grezzo ma non è neanche una specie di “chiavi in mano”. Ma quasi...».

Anche lei è soddisfatto del via ai lavori per lo stadio.

«Ovviamente! Dal 1950 si parla di uno stadio nuovo per la città. Venezia è indietro per le infrastrutture sportive. Non abbiamo strutture adeguate, tante società compreso il Venezia hanno rischiato di dover giocare fuori città in questi anni. La cosa bella, e non capita, è non si parla solo di stadio e palazzetto ma di un’area aperta e vivibile tutto l’anno e di un grande parco con playground, piastre e campetti per il gioco libero dei ragazzi, dal basket al calcetto, o i tavoli da ping pong. Vedrete».

Tempistiche confermate?

«L’Arena sarà pronta per estate 2026, lo Stadio per primavera 2027».

Di cosa andate fieri?

«Rilevante è che non si crei una nuova area commerciale, ne siamo già pieni in città. E sono strutture attese da più di 50 anni. E ancora, ricordo, che l’area di Tessera era già indicata dalla precedenti giunte di centrosinistra nel Pat e non sono servite varianti».

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