Nuovo stadio del Venezia, corsa contro il tempo per evitare che sul progetto decida Roma
VENEZIA. La parola d’ordine al Venezia Football club è fare veloci. «Per evitare l’intervento del governo», ribadiscono più volte alla presentazione del progetto del nuovo stadio di Tessera, dallo staff del presidente Tacopina che ieri è tornato in Usa.
Primo step arrivare alla dichiarazione di pubblica utilità del progetto entro gennaio 2019. Intanto la notizia del nuovo stadio di Venezia, tra i tifosi scatena commenti: «Venezia arriverà prima di Roma». «Mi auguro faccia lo stesso la Fiorentina», dice un altro. «A Napoli tra poco non ci faranno più giocare manco al San Paolo», dice un altro ultras.
La legge di riferimento per l’iter del nuovo stadio, è la legge del 27 dicembre 2013, quella sui nuovi stadi. Tutte le tappe di approvazione sono pensate per rispettare questa legge. E occorre fare presto e bene per avviare i cantieri per gennaio 2021 con inaugurazione per agosto 2023.
«Il soggetto che intende realizzare l’intervento presenta al Comune lo studio di fattibilità», si legge, che vale come progetto preliminare, «corredato di un piano economico-finanziario» e «l’accordo con una più associazioni o società sportive utilizzatrici in via prevalente». Il Comune, «previa conferenza di servizi preliminare convocata su istanza dell’interessato» dichiara «entro il termine di 90 giorni dalla presentazione dello studio», nel caso di Venezia a partire da martedì 24 luglio, quindi, «il pubblico interesse della proposta» ed «eventualmente indica le condizioni per ottenere i successivi atti di assenso al progetto» o «motiva l’eventuale mancato rispetto delle priorità».
A quel punto il proponente può presentare in Comune il progetto definitivo. E il Comune, previa conferenza di servizi decisoria, con tutti i soggetti competenti «delibera in via definitiva sul progetto; la procedura deve concludersi entro 120 giorni dalla presentazione del progetto».
Nel caso del nuovo stadio, visto che ci sono atti di competenza regionale, la conferenza di servizi decisoria è in capo alla Regione di Luca Zaia con «delibera entro 180 giorni dalla presentazione del progetto. Il provvedimento finale sostituisce ogni autorizzazione o permesso necessario alla realizzazione dell’opera e determina la dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza». Se Comune e Regione ritardano l’iter, la norma prevede per gli impianti con posti superiori a 4 mila al coperto o 20 mila allo scoperto, dopo una prima proroga di 30 giorni, che intervenga il Consiglio dei ministri. Il governo si riunisce con il presidente della Regione e previo parere del Consiglio superiore dei Lavori pubblici ( 30 giorni di tempo) adottando entro 60 giorni i provvedimenti necessari». Per gli interventi su aree pubbliche, come è il caso di Tessera dove le aree sono del Casinò, società del Comune, la legge stadi prevede una gara di evidenza pubblica, da concludersi entro 90 giorni dalla approvazione del progetto. Alla gara è invitato anche il soggetto proponente che assume il ruolo del promotore. «Il bando specifica che il promotore, nel caso non risulti aggiudicatario, può esercitare il diritto di prelazione entro 15 giorni dalla aggiudicazione e diventare aggiudicatario se dichiara di assumere la migliore proposta presentata». —
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