Nuovo resort all’Idroscalo associazioni in trincea

Marco Parini, presidente nazionale di Italia Nostra: «Non so se Venezia abbia bisogno di altri alberghi». Il tavolo tecnico si riunisce la settimana prossima
Di Alberto Vitucci

VENEZIA. Un resort di lusso nelle aree dell’Idroscalo e di Sant’Andrea. Dopo la firma del protocollo d’intesa tra Comune, Demanio e ministeri della Difesa, delle Infrastrutture e dei Beni culturali, l’ex caserma Miraglia e tutte le strutture occupate dai Lagunari sono sul mercato. Il tavolo tecnico coordinato dal Comune si riunirà già la prossima settimana. Dovrà, come previsto dall’intesa, mettere a punto il bando di gara per l’affidamento delle strutture e i criteri per la loro “valorizzazione”. Un’operazione che desta molte perplessità.

«Non sappiamo se Venezia abbia bisogna di altri alberghi», scandisce Marco Parini, avvocato, presidente nazionale di Italia Nostra, noto per le sue battaglie contro la “privatizzazione” dei beni demaniali. «L’allarme lanciato dall’Unesco attende risposte. Non per demonizzare il turismo, ma per renderlo una risorsa compatibile con la delicatezza della città e della laguna. Venezia forse oggi ha bisogno di avere abitanti, di tornare ad essere una città con tutte le sue funzioni. E poi di avere un governo autonomo che ne conosca le problematiche».

Sul protocollo e i suoi possibili sviluppi sono al lavoro le associazioni ambientaliste. Si pensa al ricorso, ma più ancora a un’azione che possa coinvolgere gli enti di tutela e il ministero dei Beni culturali. Perché a rischio adesso ci potrebbe essere anche la gestione del monumentale Forte di Sant’Andrea, opera cinquecentesca di Michele Sammicheli. La delibera del Comune era stata ritirata dopo il ricorso al Tar delle associazioni, lo scorso anno. In realtà l’opposizione al progetto Certosa-Vignole-Sant’Andrea ha forse sortito l’effetto contrario. Cioè quello di accelerare il percorso della messa sul mercato della parte Nord dell’isola, con annesso Idroscalo. Operazione che da anni il Comune, fin dalla prima giunta Cacciari, pensava di gestire in proprio. Facendo di quell’area unica dal punto di vista ambientale, un grande parco urbano con attività compatibili e darsena collegata alla Certosa, ma anche terreni agricoli e itinerari culturali. Adesso invece si concretizza l’operazione immobiliare. A Sant’Andrea ci sono già bell’e pronte le case vacanza costruite dalla Difesa negli anni Ottanta, evitando allora i pareri di Soprintendenza e Comune e anche i vincoli. Che adesso ci sono.

Ma le associazioni sono in allarme. «Vero che lo sviluppo è meglio del degrado», avvertono, «ma ricordate l’operazione del Lido, poi fallita. Un danno di immagine che pesa ancora oggi molto più dell’abbandono». E il timore è che il portafoglio immobiliare si possa adesso allargare anche ad altre aree pregiate di proprietà dello Stato e del Comune, a cominciare dall’Arsenale.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia