Nuovo regolamento:«Divieti ridicoli, anche il sindaco è soggetto a Daspo»

Polemica con provocazione del consigliere Scano (M5S) «Norme inutili e autoritarie, non sanno gestire i flussi»
Interpress/Gf. Tagliapietra. Turismo. L'assessore Paola Mar incontra gli stewart in Piazza San Marco.
Interpress/Gf. Tagliapietra. Turismo. L'assessore Paola Mar incontra gli stewart in Piazza San Marco.

VENEZIA. «Il nuovo regolamento di Polizia urbana nasconde l’incapacità di questa amministrazione di gestire i flussi turistici, con misure securitarie che nemmeno certi regimi dittatoriali si sarebbero mai sognati. Stando a quello che hanno scritto, anche lo stesso sindaco potrà essere soggetto a Daspo, cioè all’allontanamento dlala città, quando firmerà l’ordinanza sui varchi di accesso».

Davide Scano, consigliere comunale Cinquestelle, torna all’attacco sul nuovo regolamento approvato dalla giunta. Che oltre alle sanzioni e ai divieti già esistenti, introduce la possibilità di Daspo, cioè di allontanamento dal luogo dove si è commessa l’infrazione, per una serie di «reati» di piccola entità. Come bere vino dopo le 17 al di fuori dei plateatici, sdraiarsi sulle panchine, sedersi sugli scalini di un ponte, consumare cibo, compiere atti contrari al decoro». Non bastavano i divieti esistenti, che peraltro non sempre vengono fatti rispettare?

Secondo il consigliere di opposizione, i tornelli andranno a violare l’articolo 5, dove si vuol punire «chiunque ponga in atto condotte che limitano l’accessibilità e la fruizione delle aree del territorio comunale». Dunque, anche i varchi.

Ma il regolamento, insiste Scano, «è la fiera del divieto che avrà come unico risultato quello di distogliere vigili e polizia da compiti più importanti». Altri esempi dei divieti «ridicoli» secondo Scano: «Un lavoratore, non residente, che consuma il pasto da casa seduto in una panchina a Mestre può ricevere il Daspo; un turista che immerge i piedi nelle acque di un canale a Venezia può ricevere il Daspo; una famiglia non residente in gita al bosco di Mestre che vuol fare un picnic sul prato può ricevere il Daspo».

Un pacchetto di norme che riguarda la vita della città. Che introduce a e ribadisce principi giusti, come la lotta agli spacciatori, ai cartelli dei menu dei bar in mezzo alla strada e alla merce «contraria al decoro». Ma anche «il divieto di balneazione e di espletare i propri bisogni nella pubblica via». Oppure nuove regole sui rumori, per tutelare un settore trascurato. Ma alle sanzioni aggiunge il «Daspo», provvedimento introdotto con la legge Minniti nel febbraio scorso per punire gravi comportamenti contro la sicurezza urbana. —


 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia