Nuovo off-shore a Malamocco, primi sì
«Sembra una proposta intelligente. Noi siamo disposti a discutere con le altre istituzioni su quali siano le soluzioni migliori. Fino ad oggi non è sempre andata così. Ma possiamo recuperare». Roberto Linetti, da novembre al vertice del Provveditorato alle Opere pubbliche (ex Magistrato alle Acque) apre al progetto alternativo sull’off-shore lanciato dal sindaco Luigi Brugnaro. Niente più piattaforma in mare aperto, a 8 chilometri dalla costa. Niente più spese di due miliardi di euro per costruire la nuova grande opera al largo.
La soluzione per le navi transoceaniche portacontainer, dice il sindaco, è a portata di mano. Ce ne possono stare almeno due nel porticciolo creato dalla lunata di Malamocco, a ridosso del cantiere dei cassoni Mose a Santa Maria del Mare». Un avamporto ideale, secondo il Comune, che avrebbe già la disponibilità del Porto e del ministro delle infrastrutture Graziano Delrio.
«In linea di principio noi tendiamo a scartare nuove opere fisse vicino alle bocche di porto e alle paratoie del Mose», attacca Linetti, «ma in questo caso la soluzione si potrà trovare, vista la conformazione del luogo. Ne parleremo con il nuovo presidente del Porto nei prossimi giorni». Un incontro tra Linetti e Musolino, dunque. «Mi pare una persona in gamba, spero con lui si possa dialogare», sottolinea il presidente del Provveditorato. Polemica evidente contro il suo predecessore Paolo Costa.
Non era piaciuta a Linetti la polemica sulla conca di navigazione. «Inadeguata e sbagliata, i responsabili paghino», aveva detto Costa. E proprio gli sbagli nella realizzazione della struttura – costata 380 milioni di euro e realizzata dieci anni fa proprio su richiesta del Comune allora guidato da Costa – sarebbero stati alla base della scelta dell’off-shore. «Per ridare al porto di Venezia la sua accessibilità dopo la conclusione dei lavori del Mose». Ma Linetti non ci sta: «La conca sbagliata? Ha avuto tutti i permessi, non direi».
Tocca all’ex Magistrato alle Acque realizzare i lavori di pubblico interesse in laguna. Non solo il Mose e la conca, ma anche le strutture portuali per la parte che interessa la salvaguardia, cioè l’attracco delle petroliere. «Siamo pronti a discutere», ripete Linetti, «e spero che le istituzioni posano collaborare per raggiungere un obiettivo comune».
Proprio ieri da palazzo dei Dieci Savi è partita una lettera indirizzata al sindaco Brugnaro. Chiede di prendere in esame la grande area di cantiere adesso abbandonata, realizzata a Santa Maria del Mare dal Consorzio Venezia Nuova. «Smantellarla costa e invece si potrebbe approfittare di quella opportunità», dice Linetti, «destinandola ad altri usi». Uno potrebbe essere proprio il terminal. Delle merci nella parte interna, vicino alla lunata. Ma anche in prospettiva per le grandi navi, che potrebbero attraccare dalla parte del Mare. Un’ipotesi lanciata a suo tempo, insieme a quella bocciata del canale Contorta, dall’ex presidente Costa.
Contro, ci sono gli impegni ambientali presi dal Consorzio al momento di costruire il grande cantiere, quando venne cementata una parte della spiaggia con interventi pesanti sul sito protetto di Santa Maria del Mare. «Interventi provvisori», avevano promesso allora, «le strutture saranno smantellate». Adesso, finiti i lavori dei cassoni in calcestruzzo, immensi condomini affondati sul fondo della laguna per poterci agganciare le paratoie, resta il problema di cosa fare di quella grande struttura abbandonata. Un tema non facile. Perché se è vero che il luogo potrebbe essere adatto anche per ricevere le grandi navi passeggeri, resta il problema dei collegamenti con l’isola, che potrebbero stravolgere la fisionomia dei luoghi.
Ma adesso si tratta di scegliere la strada per i porto del futuro. In febbraio l’ex presidente Paolo Costa aveva firmato a Ca’ Farsetti alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro – allora fervente sostenitore dell’off-shore – il contratto per la progettazione con un gruppo privato, costo 4 milioni di euro. Soldi buttati? «No», dicono i promotori, perché il progetto si può adesso modificare. Tenendo la parte logistica a Marghera – area ex Syndial – e portando le navi mercantili a Malamocco e non più in mare.
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