Nuovo giallo su Gaiatto: assegni da 59mila euro a una ditta in Bulgaria

La somma veniva inviata ogni mese alla stessa società. Nel Paese dell’Est viene ricercato anche l’unico latitante

PORTOGRUARO. Un assegno da 59mila euro, ogni mese, veniva pagato da Fabio Gaiatto a una società con sede in Bulgaria, di cui ancora non si riesce a conoscere il titolare. È quanto è stato scoperto alcuni giorni fa durante le indagini. Di questi pagamenti è informata la Guardia di Finanza di Portogruaro, che indaga sugli affari di Gaiatto e della compagna Najima Romani, dal 2017 e che ha ricostruito gran parte dei passaggi di denaro attraverso cui i clienti affidavano somme ingenti dei loro risparmi ai due, per farli moltiplicare e intascare interessi del 10% talvolta anche settimanali, per la maggior parte mensili.

Curiosamente in Bulgaria aveva aperto un conto corrente l’unico destinatario non raggiunto dal provvedimento restrittivo spiccato dalla Procura di Pordenone durante la prima ondata di arresti. Questa persona la stanno cercando le Fiamme gialle di Portogruaro, che ancora alla fine dell’estate avevano avuto una descrizione precisa di un’attività che vedrebbe il destinatario impegnato lontano dall’Italia.

Il procuratore capo di Pordenone, Raffaele Tito, e il pubblico ministero Monica Carraturo hanno contatti si può dire giornalieri con le forze dell’ordine impegnate nella ricerca degli ultimi tasselli che mancano per ricostruire compitamente il mosaico architettato da Fabio Gaiatto.

Lui per il momento non parla. Si trincera dietro un riserbo assoluto e ha trascorso il Natale e il Capodanno nel carcere del Castello di Pordenone. La compagna, Najima Romani, resta rinchiusa nella sezione femminile del carcere del Coroneo, a Trieste. Anche durante le festività la Guardia di Finanza ha provato a decifrare le 8 carte di credito estere trovate nella villa di Portovecchio, da dove Najima è stata prelevata a dicembre. Fino a quel momento si trovava agli arresti domiciliari, ma la sua posizione si era aggravata poiché è stato accertato che comunicava con l’esterno, attraverso il social Telegram.

Chi erano i destinatari dei suoi messaggi? I suoi ex collaboratori? —


 

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