Nuovo corso del rettore Bugliesi «Campus a Shanghai o Pechino»

Un’università tollerante e inclusiva come è stata capace di essere Venezia nella sua storia. È questo il messaggio che il nuovo rettore di Ca’ Foscari Michele Bugliesi ha voluto lanciare ieri all’Auditorium di Santa Margherita, in occasione della sua cerimonia di insediamento al posto di Carlo Carraro (che ha comunque ringraziato per il lavoro svolto), ieri assente in sala - è stato detto - per un ritardo aereo. È il messaggio più forte di discontinuità con il suo predecessore che ha voluto lanciare, sull’onda delle polemiche laceranti dell’ultimo anno tra Carraro e buona parte del corpo accademico, partendo dalla tormentatissima vicenda della vendita dei tre palazzi di Lingue.
«Cambiare idea ascoltando gli altri non è un segnale di debolezza, ma di intelligenza e di saggezza» ha detto ancora Bugliesi. «L’augurio è che Ca’ Foscari torni a essere l’università di tutti», ha del resto introdotto Bugliesi il decano di Ca’ Foscari, il professor Guglielmo Cinque. E da qui Bugliesi è partito e qui, in un certo senso si è anche fermato, con un discorso più di metodo che di merito, che ha sottolineato soprattutto i valori della partecipazione e dell’ascolto del suo nuovo corso - dopo gli anni dell’efficientismo e dell’autoreferenzialità carrariana - ma che è stato, invece, molto prudente nei contenuti, quasi preoccupato di perdere parte del consenso conquistato progressivamente fino alla sua elezione con affermazioni programmatiche troppo nette. Ma sul piano dell’internazionalizzazione dell’ateneo - uno dei temi su cui Bugliesi vuole continuare lungo la strada intrapresa da Carraro, riconoscendone i meriti in questa direzione - il nuovo rettore ha fatto un’anticipazione importante.
Ca’ Foscari punterà a un piano per la creazione di nuovi campus universitario «in Asia o nel continente americano, ovvero nel più vicino mediterraneo, nuovi insediamenti per la ricerca e la formazione che sviluppino i rapporti che Ca’ Foscari ha fin dalle sue origini con questi luoghi». È probabile che sia la Cina - che il rettore ha più volte citato come molto importante per l’ateneo veneziano e con cui esistono già rapporti importanti - una delle prime destinazioni dei campus esteri, magari a Pechino o Shanghai. Particolare attenzione è emersa anche sul tema del rapporto attivo con la città e il territorio. «Vorremo – ha scandito Bugliesi - che la nostra università fosse un luogo in cui si elaborano e si realizzano – con il contributo di tutti: studenti, docenti, personale – progetti concreti che riguardano il futuro della nostra città – Venezia – del nostro territorio. Credo che la comunità scientifica debba intervenire con una attenzione più insistente che in passato sui temi dello sviluppo della città e del territorio». Dalla città di Venezia alle istituzioni, sempre nel segno della collaborazione a 360 gradi: «Cercheremo con convinzione il dialogo con tutti gli attori di riferimento. A livello locale, in particolare, con le altre università del Veneto e del Triveneto e della città e con Iuav in particolare».
Sul fronte della governance interna il Rettore ha annunciato che terrà per sé la delega all'edilizia. «È evidentemente una scelta, e non una svista: in questa fase iniziale, dopo le turbolenze dei mesi scorsi ho pensato che fosse utile trattenere la delega nella mia responsabilità diretta per potermi confrontare in prima persona sulle varie questioni» ha spiegato Bugliesi. Agenda digitale e Semestre di presidenza italiana in Europa ben si accordano con l’apertura internazionale dell’Ateneo citata quale punto di forza da consolidare ulteriormente.
Fra le questioni di riorganizzazione interna, infine, Bugliesi ha citato il ruolo della Fondazione Ca’ Foscari. A questo proposito «in coerenza con quei principi di tolleranza, ascolto, disponibilità di dialogo e di apertura, - ha detto ancora - di quello spirito di insieme a cui ho fatto riferimento vi chiedo di assumere atteggiamenti inclusivi e di fiducia. Nella trasparenza di gestione sono certo che troveremo l'equilibrio giusto affinché l'Università Ca’ Foscari e la sua Fondazione possano assolvere ai rispettivi ruoli».
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