Nuovi libri di fiabe alle matene. Il centrodestra contro la Seibezzi
VENEZIA. L’ennesimo scontro nella maggioranza di centrosinistra che appoggia Giorgio Orsoni, quello sui nuovi libri anti discriminazione per le materne acquistati su proposta della delegata Camilla Seibezzi, ma finiti per il momento in magazzino, potrebbe vedere un primo chiarimento mercoledì, quando è fissata la riunione di maggioranza dei partiti della coalizione. All’ordine del giorno ci sono altri temi caldi, come lo scontro interno al Partito Democratico sulla variante al piano per l’ex Umberto I. Ma il tema dei quasi 1.100 libri con 51 titoli diversi che raccontano ai bambini le differenze di genere rischia, anche se è non all’ordine del giorno, di infiammare il dibattito che resta acceso dopo le polemiche tra Udc, In Comune e Federazione della sinistra. Ancora ieri il capogruppo Fds Sebastiano Bonzio spiegava, solidarizzando con la Seibezzi: «Se la maggioranza salta, lo farà sull'accordo capestro con l'Autorità portuale», intendendo il recente accordo, anche questo motivo di polemiche, sul tram a San Basilio.
E l’opposizione di centrodestra si muove chiedendo ad Orsoni di ritirare la delega alla Seibezzi. Lo chiede la consigliera Marta Locatelli, in un’interrogazione in cui ricorda che «il Comune di Venezia è costituito per oltre il 90 % da famiglie di fatto e di diritto eterosessuali, per oltre il 50 % di religione cattolica» e ritiene «inconcepibile che vengano autorizzate simili iniziative che violano i diritti fondamentali delle famiglie all'educazione e all'insegnamento ai loro figli di quei principi e valori che fanno parte della loro identità».
Si tiene fuori dalla polemica politica l’assessore all’Istruzione Tiziana Agostini che ha stoppato l’iniziativa con il sindaco: «Non mi interessano le bandierine ma le scelte educative. La commissione delle Politiche educative valuterà i libri e darà un parere. Del resto, l’assessorato non era stato coinvolto. Insomma, la questione è di merito».
Ma l’opinione pubblica si divide. L’associazione radicale “Certi diritti” fa sapere di aver scritto al Comune di Milano per invitarlo a fare proprio il progetto “Leggere senza stereotipi”. Insomma, per loro Venezia fornisce un esempio da seguire. Ma il forum delle associazioni familiari del Veneto auspica che «le famiglie e gli educatori possano esprimere il loro profondo dissenso per scelte non condivise e partecipate e in futuro possano essere responsabilmente e democraticamente coinvolti nelle decisioni che li riguardano in modo più significativo, specialmente se riferite alle scelte educative dei propri figli». “Gente Veneta”, nella versione online, critica le parole di Bettin: «Il rispetto inizia anche dal linguaggio e dal vocabolario».
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