Nuovi bagni e servizi ai profughi

Cona. Scambiati per lavori di ampliamento gli interventi di ristrutturazione decisi dalla prefettura
CONA. «Stanno ampliando la base di Conetta. C’è un nuovo capannone il costruzione». Si era da poco sopito l’allarme relativo a un “sospetto” caso di meningite (smentito decisamente dall’Usl 3) che un’altra notizia ha cominciato a preoccupare l’opinione pubblica di Cona e dintorni. Ma anche questa è risultata infondata o, comunque, dai contorni molto diversi rispetto a quelli annunciati. Tutto era partito dall’osservazione del notevole traffico di camion e betoniere, la scorsa settimana, su e giù per la base, e dall’accumulo di cataste di materiali (assi per la pavimentazione, colonne di sostegno, ecc.) che si scorgevano in qualche angolo del campo.


A cosa mai potevano servire, se non a costruire un altro capannone, in vista dell’arrivo di altri profughi? In realtà ci sono diversi lavori all’interno della base, in corso dallo scorso anno. Si tratta di interventi decisi dalla Prefettura che hanno lo scopo di rendere più vivibile l’accampamento in cui si trovano (ultimi dati disponibili) oltre 1360 persone che, quindi, hanno bisogno di un numero adeguato di servizi igienici, di strade percorribili anche con il maltempo, di edifici per i servizi comuni (aule studio, ambulatorio, ecc.).


Quindi, dopo una serie di interventi, volti ad assicurare a tutti i profughi il “minimo indispensabile” in termini di abitabilità del posto, ora è in corso il potenziamento dei bagni (il rapporto attuale è 1 ogni 8 ospiti); l’asfaltatura (in realtà con il cemento) dei vialetti di collegamento; la ristrutturazione del fabbricato originario degli alloggi (che ospitavano i militari quando la base era attiva) per trasformarlo in ambulatorio medico (invece dei container) e, infine, lo spostamento di un capannone dal lato sud a quello nord della base, per la riorganizzazione logistica degli spazi interni. E proprio questo spostamento è stato, probabilmente, scambiato per una nuova costruzione e il materiale accatastato (pannelli di legno e sostegni in alluminio) frutto dello smontaggio, è stato preso per i componenti del nuovo capannone. La ciliegina sulla torta è stata la pubblicazione della foto di una tettoia, associata alla presunta nuova costruzione, che in realtà è una protezione dalla pioggia per i container dei rifiuti, sotto la quale è stata fatta una gettata di cemento per ovvie ragioni funzionali. Unico elemento che può far pensare a un “ampliamento” è che il numero dei posti letto del capannone, nella sua nuova collocazione, sarà di 250, anziché i precedenti 220, ma questo non sarebbe l’indice di nuovi arrivi ma solo una scelta di standardizzazione con gli altri capannoni che sono tutti da 250 posti. Inoltre è sempre ferma, al possibile vaglio del Consiglio dei Ministri, la questione “casette”, ovvero i prefabbricati in muratura che potrebbero sostituire i tendoni se, appunto, il Cdm imporrà, al Comune, la concessione del permesso di costruire, finora sempre rifiutato per scelta del sindaco. Non c’è, quindi, alcun potenziamento in atto della base di Conetta anche se, come è facile intuire, è il numero degli sbarchi che condiziona il numero delle presenze in questo campo.


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