Nuovi alberghi a Mestre: «Il trasporto pubblico rischia di andare in tilt»
Allarmante ricerca degli studenti dell’Its Marco Polo guidati da due docenti Iuav «I bus delle linee 2 e 4L saranno intasati con i ticket giornalieri. E i treni vuoti»
L'ostello della catena Ando
MESTRE. I bus già strapieni di Actv rischiano di lasciare a terra ancora più passeggeri con la apertura di nuovi alberghi in via Ca’ Marcello. Questo, se non si attiveranno veloci contromisure favorendo l’uso del treno, piuttosto dell’autobus. Le corse del 2 e del 4L sono già sature di passeggeri.
LA RICERCA. Lo hanno calcolato un gruppo di studenti dell’Its Marco Polo che, guidati dai docenti, Laura Fregolent e Lucio Rubini, dell’Università Iuav di Venezia, studiano per diventare esperti di mobilità e logistica e che hanno calcolato che i nuovi alberghi se non governati creeranno disservizi al trasporto pubblico. Intuirlo era facile. Ora ci sono dati interessanti per evitare errori.
QUASI TREMILA POSTI. Gli studenti, hanno calcolato l’impatto sul trasporto pubblico locale derivante dalla oramai imminente apertura di 2.700 posti letto nell’area di via Ca’ Marcello, in aggiunta al migliaio già esistente in zona con l’apertura, da luglio 2017, dell’ostello AO. Con il raddoppio da altri mille posti dell’ostello, che apre oggi, e con i quattro alberghi della lottizzazione Mtk, la cui inaugurazione è prevista per giugno, si rischia il caos sulle linee Actv sulla rotta Mestre-Venezia.
RISCHIO CAOS. Dalla prossima estate, con tutti e cinque gli alberghi di via Ca’ Marcello operativi, e con le linee di autobus principali sature, gli ulteriori 1.200 passeggeri rischiano di mandare in crisi il trasporto pubblico. Specie al mattino quando si stimano 400 passeggeri in più nella fascia oraria di punta (dalle 7 alle 10). E per i quattro alberghi (due all’ex Poste in viale Stazione e altrettanti nell’area di via Ulloa della Salini) previsti nell’area strategica della stazione di Mestre, dove con l’accordo Ferrovie-Comune per la nuova piastra della stazione ponte, si apre la strada ad investimenti privati, la stima è di aggiungere nel prossimo futuro ben altri 3 mila posti letto.
COME SI SPOSTANO. L’indagine svolta tra i gestori di una decina di strutture ricettive tra Mestre e Marghera, ha consentito agli studenti di analizzare i flussi. La maggioranza dei turisti arriva dall’aeroporto Marco Polo (70%) e pernotta almeno due notti (il 50%). Tutti, ovviamente, vogliono vedere Venezia. Per raggiungere il centro storico i turisti usano vari mezzi: il 32% prende gli autobus, il 34% usa il treno. Un altro 34% si scopre, utilizza, bus privati messi a disposizione dagli alberghi. Li usano in particolare i gruppi. L’orario di spostamento si concentra al mattino tra le 9 e le 10 mentre il viaggio di rientro è diversificato, a seconda delle scelte personali.
BUS GIÀ STRAPIENI. Gli studenti hanno poi esaminato l’utenza delle linee più affollate: la linea 2 e il 4L che da mesi, specie la mattina, sono presi d’assalto da pendolari e turisti. E poi la linea 43 che torna adesso a correre da Venezia a Mestre sul ponte di via Torino, riaperto. I ricercatori in erba confermano quello che tanti pendolari segnalano da mesi, tra le lamentele. Che le corse del 2 e del 4L sono sature, con una media di 14 mila viaggiatori al giorno. Solo le corse della linea 43 ha margini di crescita e potrebbe essere potenziata con corse in più.
BIGLIETTO INTEGRATO. Gli studenti e i professori Fregolent e Rubini qualche idea l’hanno lanciata ad Avm. È bene che i clienti dei nuovi alberghi scelgano il treno, piuttosto del bus. Ma vanno spinti a farlo. Oggi il ticket giornaliero di visita a Venezia lega la corsa in bus all’uso dei vaporetti, senza prevedere l’abbinamento col treno. Tema di attualità anche per la prossima attivazione della tassa di sbarco. Avm (che ieri in Regione in commissione ha discusso di bigliettazione elettronica) annuncia di aver avviato un confronto con Trenitalia per un accordo che attivi il biglietto integrato urbano. Quello extraurbano, dopo un anno di esperimento, e con 500 abbonamenti, va ampliato ai collegamenti locali. Il confronto è poi con il Comune, sui prossimi investimenti. —
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