Nuove telecamere in Piazza e più agenti

Un gruppo dell’est Europa che ha usato una tecnica militare impiegando dei “nebbiogeni”, strumenti in dotazione ai militari. Non si trattava quindi di fumogeni, ma di qualche cosa di molto più potente. I punti salienti dell’indagine per risalire ai responsabili che venerdì alle 13 hanno tentato di rapinare la Gioielleria Rocca 1794, ex Missiaglia. A occuparsi del caso sono i carabinieri del Nucleo Investigativo coordinati dal sostituto procuratore Fabrizio Celenza.
La pista dell’Est. Elementi raccolti all’interno della gioielleria fanno supporre agli investigatori dell’Arma che si tratti di un gruppo di banditi provenienti dall’Est Europa. Elementi che riguardano le poche parole pronunciate appena due banditi sono riusciti ad entrare nel negozio. Anche se i due hanno cercato di usare termini inglesi. Secondo gli uomini del colonnello Giovanni Occhioni il gruppo era formato da almeno quattro uomini. Due sono entrati. Uno indossava una coppola e gli occhiali scuri mentre l’altro era a volto scoperto. Uno impugnava un oggetto che secondo le due donne presenti in negozio, la direttrice e la commessa, era una pistola.
La reazione della direttrice e la fuga. I due sono stati sorpresi dalla reazione della direttrice che battendo i pugni sulla vetrina ha attirato l’attenzione di un cliente del Caffè Quadri che si è avvicinato all’entrata del negozio. Quindi la fuga senza bottino dei due. Alcuni testimoni dicono che i malviventi hanno scelto di uscire dalla porta posteriore del negozio in calle del Cappello Nero e da qui possono essersi diretti sia verso le Mercerie che verso Calle dei Fabbri. Le due dipendenti della gioielleria hanno detto che i due sono usciti dalla porta principale che era rimasta aperta, in quanto uno dei due aveva incastrato un depliant pubblicitario per impedirne la chiusura automatica. In questo caso ad accendere il secondo “nebbiogeno” sarebbe stato un quarto complice che si trovava in calle del Cappello Nero. Se invece i due sono usciti dalla porta posteriore ad accendere il “nebbiogeno” poteva essere stato uno di loro.
Il terzo bandito, l’elemento debole. Il complice dei due, che è rimasto sotto al campanile, ha acceso il “nebbiogeno” per creare il diversivo: è stato l’unico a essere ripreso in maniera chiara dalle telecamere di sicurezza della piazza. Viene ripreso mentre controlla l’ora sull’orologio e quando tira la cordicella del “nebbiogeno” per creare la copertura di fumo che poi ha invaso la piazza. I “nebbiogeni” sono strumenti impiegati dai militari quando devono coprirsi la ritirata e non essere visti dal nemico. Non si trovano in commercio.
Il terzo bandito è stato visto mentre si allontanava verso piazzetta San Marco e la riva. Gli investigatori stanno visionando numerosi video per vedere se le telecamere hanno ripreso i banditi da vicino per poter quindi realizzare un identikit.
Allarme sicurezza e riunione in Prefettura. Ieri mattina riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Il prefetto Carlo Boffi ha ringraziato le forze dell’ordine per la celerità degli interventi svolti, scrive la Prefettura: «Questo in attuazione di un articolato ed efficace dispositivo di sicurezza in atto nel centro storico veneziano e, in particolare, nell'area Marciana, dove è previsto, altresì, un servizio di pattugliamento antiterrorismo, senza soluzione di continuità, anche nelle fasi del cambio turno». Il prefetto ha apprezzato la pronta capacità di reazione e la preziosa collaborazione del personale della gioielleria, che hanno consentito l'immediata attivazione del dispositivo di sicurezza. Finita la riunione il Comitato ha deciso di predisporre, nell'area Marciana, dei servizi straordinari aggiuntivi, con l’impiego delle pattuglie del Reparto di Prevenzione Crimine della Polizia di Stato e del Battaglione dei Carabinieri, «in un’ottica di maggiore prossimità al cittadino, nonché di potenziare, a cura del Comune, il sistema di videosorveglianza, attraverso l'installazione di ulteriori telecamere.
Elicottero fuori uso. «L’elicottero del Reparto volo della polizia di Tessera, da un mese è fuori uso perché non ci sono i soldi per i manuali destinati alla manutenzione. Venerdì era indispensabile per cercare i rapinatori». Lo denuncia il segretario regionale dell’Ugl Polizia Mauro Armelao.
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