Nuove regole d'accoglienza verso i turisti cinesi, albergatori veneziani a lezione
VENEZIA. Se un albergo veneziano ospita un turista cinese deve sapere che una stanza con il numero 4 sarà meglio darla a qualche altro cliente perché quel numero è considerato sfortunato e di cattivo auspicio in Cina, come il nostro 17. Mentre il colore giallo porta fortuna. O ancora, è bene garantire nelle stanze bollitori per l’acqua calda perché il the è una gentilezza molto apprezzata. E se alla reception o al tavolo, un dipendente non si vede elargire la mancia non si deve crucciare perché il cliente cinese non la concederà mai considerandolo un gesto di maleducazione. Complessa anche l’organizzazione della colazione: un europeo si accontenta con i dolci; un ospite dell’Est Europa ama il salato. Alla tradizionale colazione continentale si dovranno, per accontentare i cinesi, aggiungere almeno le verdure fresche.
Manuali e corsi dell’Ava. Alberghi grandi e piccoli, affittacamere e B&B si preparano a gestire il turismo cinese, il nuovo fronte del business del turismo grazie alla via della Seta. «I gruppi di turisti cinesi oggi fanno riferimento agli alberghi di terraferma che hanno una maggiore capacità ricettiva di quelli del centro storico, più piccoli, ma con la previsione nel 2020 di cento milioni di cittadini cinesi con redditi sopra i 30 mila dollari (dati Enit), ci sarà con la crescita della ricchezza anche un aumento del turismo individuale in centro storico. Noi siamo pronti», ci spiega Claudio Scarpa, direttore dell’associazione veneziana degli albergatori, «perché è quello che abbiamo vissuto già con i turisti giapponesi, arrivati prima con i gruppi e poi come turisti individuali. Per noi il 2018 è l’anno di Marco Polo e ci stiamo attrezzando», continua il direttore dell’Ava, «con vari corsi di formazione sia in termini di accoglienza che di conoscenza delle consuetudini cinesi». L’Ava ha prodotto anche un manuale pieno di informazioni e consigli per gli albergatori. «Ovviamente non ci limitiamo alla Cina che sarà il mercato del futuro ma anche a quelli attuali, dagli indiani al medio Oriente con i clienti di religione musulmana», precisa il direttore dell’Ava. Dopo il via libera all’Anno della Cina a Venezia, per intercettare gli “affari” sulla via della Seta, il settore punta sulla formazione. Anche a Mestre, dove arrivano i turisti in gruppo o quelli che cercano di spendere meno rispetto al costo di una stanza a Venezia.
Scritte in Mandarino. Il delegato Ava, Alessandro Burgarella, direttore dell’hotel Russott di San Giuliano conferma: «La formazione del personale è fondamentale così come fornire le informazioni nel dialetto più utilizzato, il Mandarino. Lo abbiamo fatto per i 500 anni del ghetto, per l’accoglienza dei turisti musulmani, con una apposita certificazione. Lo stiamo facendo per i cinesi e a Mestre si lavora sui servizi aggiuntivi: come assicurare l’acqua calda nelle camere per il the, molto amato dai cinesi, con tutte le loro miscele a disposizione. Oppure mettendo a disposizione stanze con vasca da bagno, amata da cinesi e giapponesi. E ancora a colazione niente caffè ma verdure fresche». La televisione in camera è il problema minore: tutti gli alberghi grazie al satellite garantiscono i canali per i turisti sia che si tratti di russi che di orientali.
Domanda e offerta. «La formazione è fondamentale. Il turista cinese ha una cultura forte, tanto quella italiana. Ama il suo cibo ma ha anche una curiosità per l’Italia e le sue eccellenze e sa che da noi il cibo è anche dieta alimentare», aggiunge François Droulers, proprietario del “DoubleTree by Hilton Venice North" di Mogliano e del “Four point by Sheraton” di Mestre (via Don Tosatto) ed è il presidente della sezione Turismo di Confindustria Venezia. «Sarà interessante capire se sarà alla fine più forte la domanda o l’offerta per questo segmento del turismo, in crescita. Tra gli associati la curiosità è davvero tanta», rileva.
Il mondo dei B&B. Anche affittacamere e B&B non vogliono restare fuori dalla partita. «Anche noi organizziamo incontri di formazione, rivolgendoci anche ad esperti nutrizionisti», dice Ondina Giacomin dell’Abbav. «L’arrivo di questo tipo di turisti prevede che i nostri associati forniscano informazioni sempre più dettagliate, la tv satellitare in camera e non commettano errori grossolani, come l’offrire il gorgonzola a colazione. Meglio, decisamente, le marmellate o un pezzetto di grana. E l’acqua calda per consentire loro di prepararsi i noodles liofilizzati che si portano dietro per il viaggio. Per fortuna sappiamo che molti di loro sono curiosi, pronti ad assaggiare i nostri spaghetti».
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